Il Tirreno

Prato

Perquisito un hotel in viale Montegrappa

Gli investigatori della Dia durante una operazione
Gli investigatori della Dia durante una operazione

Una operazione di intelligence internazionale ha sgominato il clan degli Osmani che aveva in città un intermediario

17 febbraio 2022
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PRATO. E’ proprietario di una struttura ricettiva in viale Montegrappa e, secondo la direzione investigativa antimafia, sarebbe l’intermediario di Artur Shehu, ritenuto una delle figure apicali del clan albanese degli Osmani. Il suo compito sarebbe stato quello di riciclare sul territorio pratese una parte degli ingenti proventi che il clan fa con il traffico internazionale di cocaina dal Sudamerica all’Europa tramite il porto di Amburgo dove il clan possiede beni immobili per diverse decine di milioni. E con lo sfruttamento della prostituzione: tutti i casinò e bordelli di Praga sarebbero sotto il loro controllo.

E’ un’associazione criminale di altissimo livello quello che farebbe riferimento ai fratelli Quazim (soprannominato Felix), Burim, Bekim y Bashkim Osmani e che è stata sgominata con un’operazione di intelligence “Black eagle” alla quale hanno collaborato anche il comando dei carabinieri di Prato e la Direzione investigativa antimafia di Firenze. L’operazione congiunta di polizia ha coinvolto le Autorità di Polizia e Giudiziarie di sette Paesi ee ha consentito di disarticolare l'organizzazione di tipo mafioso del caln albanese degli Osmani che si occupava di traffico internazionale di sostanze stupefacenti e riciclaggio. In dettaglio, sono state complessivamente eseguite 80 perquisizioni, 45 arresti, sequestrata droga, armi e beni per un valore di circa 2 milioni di euro.

L'organizzazione criminale importava e gestiva il traffico all'ingrosso di cocaina proveniente dall'America Latina per mezzo di trasporti marittimi ed aerei destinati in Europa. Spagna ed altri Paesi dell'Ue venivano poi utilizzati per complesse operazioni di riciclaggio dei proventi del narcotraffico per un valore stimato di svariati milioni di euro. Il pericoloso gruppo criminale di tipo mafioso aveva costituito una serie di società a Maiorca, in Germania e Croazia per riciclare gli ingenti profitti illeciti, utilizzando prestanome, dispositivi per comunicazioni criptate ed effettuando regolari viaggi per Dubai, il Messico e la Colombia.

Questa operazione congiunta è il risultato di una complessa indagine internazionale che ha coinvolto la Direzione Investigativa Antimafia (Dia) e le Forze di Polizia di Belgio, Spagna, Germania, Olanda, Croazia e Regno Unito, di concerto con il Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia ed ha visto impiegati oltre 600 agenti di polizia, compresi Reparti Speciali, con il coordinamento di Eurojust ed Europol.



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