Maionchi, l’avventura in Usa sospesa per il coronavirus
Ponte a Egola
28 aprile 2013, una data passata alla storia per il Tuttocuoio: quel giorno la truppa di Massimiliano Alvini mise la ciliegina sulla Torta su una stagione da sogno, espugnando il campo di Castenaso per 3-0. Il portiere di quella squadra era Andrea Maionchi. «Ricordo indelebile dentro di me. Abbiamo creato un’atmosfera magica in tutto l’ambiente – ricorda Maionchi, – e a distanza di sette anni mi rendo conto di quanto sono stato fortunato a far parte di un gruppo fatto di persone fantastiche. Si sono create delle amicizie che non svaniscono nel tempo e questa è una delle cose più belle che può regalare il calcio. Un ricordo sentito da parte mia va anche a Yuri che ci ha lasciato ma vive sempre dentro ognuno di noi».
L’ex portiere neroverde è partito per gli Stati Uniti agli inizi di marzo, per vivere un esperienza oltreoceano non soltanto legata al calcio. «Il motivo principale è che avrei dovuto fare uno stage presso un azienda in California, io studio all’Università di Scienze per il turismo, inoltre era l’occasione per migliorare la lingua». Ha fatto il provino con il club denominato la “10 Fc” di proprietà di Alessandro Del Piero, con il quale si è potuto incontrare realizzando il sogno di ogni tifoso della Juventus. In un post su facebook diceva: «Non tutti hanno la fortuna di essere campioni del mondo, ma soprattutto non tutti hanno il dono di saper raccontare con semplicità momenti come quello. Grazie Presidente della serata indimenticabile».
Si è allenato fino ad una settimana fa fino a quando l’esplosione del Coronavirus anche in quella zona lo ha obbligato a gettare la spugna tornando in patria, lo ha fatto salutando i compagni di questa breve avventura attraverso un post sul proprio profilo facebook. Il suo ritorno in Italia è stato molto più facile di molti connazionali bloccati in varie parti del mondo: «La società per la quale gioco ha pensato a tutto. Io sono dovuto andare giusto all’aeroporto a prendere l’aereo, il quale era quasi totalmente vuoto. Ho trovato un clima surreale. Da Roma a casa ho trovato pochissime auto per strada e qualche camion. Tutto deserto». Da capire, se il futuro gli potrà nuovamente permettere di tornare negli Stati Uniti o meno. —
Stefano Scarpetti