Livorno, medico del 118 morto a 44 anni: «Addio papà, eri il nostro eroe»
Stefano Bertolini aveva ricevuto un cuore nuovo dopo un infarto. Lascia la moglie e due figlie
LIVORNO. Stefano Bertolini, 44 anni, era grato alla vita. Lui che di vite ne aveva salvate a centinaia con la divisa e gli attrezzi del medico del 118, correndo su e giù per la città a bordo di un’ambulanza, era grato alla vita perché gli aveva dato una seconda possibilità: un cuore nuovo dopo un terribile infarto avuto quasi due anni, la possibilità di godersi ancora la sua adorata famiglia, la moglie Valentina e le figlie Arya e la piccola Zoe, l’esser potuto tornare alla professione che amava così intensamente. «Ciao papà, eri il nostro super eroe e lo sarai per sempre», lo ricorda la moglie con le sue cucciole. «Insieme avevamo costruito il nostro mondo».
Bertolini è morto ieri mattina, venerdì 16, all’ospedale Le Scotte di Siena. Era stato ricoverato nelle scorse settimane per problemi cardiaci e le sue condizioni sono andate aggravandosi. Proprio nel policlinico senese il medico aveva ricevuto il trapianto di cuore nella primavera dell’anno scorso. «È stata una gioia – raccontava in un’intervista al Tirreno nei giorni successivi all’intervento – , ma so anche che se adesso ho un cuore significa che qualcun altro si è trovato a vivere una tragedia. E dico grazie al donatore, chiunque sia».
Il malore
Era una notte di fine gennaio quando Bertolini, in turno alla sede dell’Svs di via San Giovanni, all’improvviso si è sentito male. «Ero in camerata – ricordava allora -. Avevo dolore al petto e appena mi sono accorto che qualcosa non quadrava sono sceso in ambulanza parcheggiata nel garage».
Il medico aveva riconosciuto i sintomi dell’infarto. «Mi sono fatto l’elettrocardiogramma e ho preso un paio di farmaci. Esattamente ciò che avrei fatto su qualunque paziente, solo in maniera più concitata». Bertolini eseguì il tracciato e, poco dopo, si accasciò a terra. «Sono arrivato alle luci dell’ambulanza e ho iniziato ad accenderle e spegnerle», ricordava. In questo modo attirò l’attenzione dei volontari. «Gli altri sono venuti a vedere, mi hanno trovato e nel giro di cinque minuti ero all’ospedale». Dove poi ha fatto l’angioplastica prima di essere trasferito alle Scotte.
Il ricovero e il trapianto
A Siena il medico del 118 livornese – che viveva a Ripafratta, San Giuliano, con la famiglia – è stato ricoverato per oltre quattro mesi. In attesa di un trapianto indispensabile per poter tornare a vivere. Poi, il 10 giugno del 2023, la comunicazione tanto attesa. «È venuto il medico di guardia in camera ad avvisarmi alle 3 di notte – raccontava Bertolini – . Ero felice. Peraltro non me l’aspettavo perché mi avevano dato tempi di attesa più lunghi. In media, in casi come il mio, servono almeno sei mesi».
Una delle prime cose che Bertolini fece quella notte fu chiamare sua moglie. «Le ho detto di prepararsi e portare i vestiti perché c’era un cuore disponibile. Era molto emozionata e alle 7 della mattina dopo era già qui». L’intervento fu immediato. «Sono entrato in sala operatoria la mattina successiva, alle 10, sei ore dopo ero fuori». Tutto era andato per il verso giusto. «Ho passato qualche giorno in terapia intensiva e nella subintensiva prima di andare in degenza».
La ripartenza
Quando il Tirreno lo intervistò il medico aveva tre desideri: tornare a casa e riabbracciare la famiglia, veder nascere la piccola Zoe e rientrare al lavoro. «Ho molti dubbi di riuscire a fare lo stesso lavoro di prima, ma mi piacerebbe rimanere nell’ambito sanitario, è la mia vita. Non credo che farò più emergenza, potrei provare a passare a un ruolo meno attivo, in centrale o corsi di formazione», raccontava. Così fu.
E proprio gli operatori del 118 si sono stretti insieme ai tanti colleghi e amici attorno alla sua famiglia. «Ti ricordiamo come una persona di grande umanità e umiltà, sempre disponibile con tutti. I tuoi valori perdureranno nel tempo plasmando un’intera comunità professionale». Condoglianze a cui si è unita la direzione Asl, Svs, Misericordia e il presidente della Regione Giani.