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Pontedera, portano via il cellullare a un giovane disabile: parte la colletta per ricomprarlo

di Andreas Quirici

	La zona di piazza Martiri della libertà a Pontedera  
La zona di piazza Martiri della libertà a Pontedera  

Il 26enne aspettava il pullman, la mamma: «La colletta? Gesto di grande cuore che ha ridato il sorriso a nostro figlio»

21 ottobre 2024
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PONTEDERA. Stava aspettando il pullman in piazza Martiri della libertà a Pontedera, il Piazzone per intenderci, quando gli è stato rubato il cellulare. Fin qui, purtroppo, non ci sarebbe molto di strano, visti i tempi che corrono dal punto di vista della criminalità, non solo ovviamente nella città della Vespa. Se non fosse che la vittima del furto è un giovane di 26 anni con disturbi cognitivi molto conosciuto in centro, amico dei commercianti della zona che, vedendolo triste e avendo sentito il suo racconto, hanno deciso di fare una sorta di colletta fra loro per ricomprargli il telefonino. Saputa la vicenda, la mamma ha ringraziato pubblicamente e di persona quelli che hanno compiuto un gesto che lei stessa definisce di «grande cuore».

Il racconto

«Venerdì scorso (18 ottobre, ndr) a mio figlio hanno rubato il cellulare – ha scritto su Facebook Rosaria Caredda –. Sul Piazzone, in pieno giorno, un ragazzo incappucciato glielo ha strappato di mano. A restituirgli fiducia nell’umanità è stato un gruppo di amici che, insieme, hanno comprato un nuovo telefono e glielo hanno consegnato. Sono commossa, siete stati grandi. Così volevo ringraziare calorosamente Luca e Lucia del bar Beat, il postino del corso Matteotti, Andrea, Georgina, Socci, Antonio, Serena ed Elena. Un abbraccio a tutti».

La colletta

C’è ancora speranza, quindi, sulla terra viene da dire di fronte a gesti del genere compiuti da chi non si volta dall’altra parte ma mette sensibilità e azioni concrete per far sentire le persone meno sole. Il fatto che la vittima del caso sia un disabile è un dettaglio aggiuntivo di una storia a lieto fine, partita però da un fatto che sta diventando una triste abitudine, quella di non sentirsi sicuri in un centro storico di una qualsiasi città italiana. «Ma quello che volevo sottolineare non è tanto il furto del cellulare in sé – dice al telefono Caredda che porta avanti la comunità Papa Giovanni XXIII a Cascina e che fino a tre anni fa ha abitato con la sua famiglia aperta a Pontedera – perché purtroppo non è il primo e non sarà l’ultimo. Con il mio post volevo davvero dire grazie a chi ha reso felice nostro figlio. Dopo la denuncia ai carabinieri, che hanno visionato i filmati delle telecamere della zona, aspettavamo che ci dicessero se avessimo speranze di ritrovare il telefono. E, appena saputo questo elemento delle indagini avremmo ricomprato il telefono. Ma loro ci hanno preceduti, riempiendoci davvero di gioia».

Il lieto fine

Luca Firmani, uno dei titolari del Beat insieme a Lucia Marchetti, è tra quelli che hanno contribuito a questo gesto sicuramente lodevole: «Lo abbiamo visto triste e ci siamo fatti dire cosa fosse successo. Così, col passaparola, gli abbiamo comprato un telefono usato e lui ne è stato davvero contento. Era giusto spendersi per un ragazzo come lui che tutti conoscono e apprezzano per la grande generosità e gentilezza».

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