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Circoli di paese a rischio, in provincia di Pisa in tre cercano gestori

di Paola Silvi
Il circolo di Val di Cava
Il circolo di Val di Cava

Dopo il Romito e Quattro Strade ora è la volta di Val di Cava nella frazione di Ponsacco la presidente rassegna le dimissioni

20 ottobre 2024
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PONTEDERA. Circoli di paese a rischio con gestori da trovare, conti da far quadrare e comunità comunque da sostenere. Portare avanti attività del genere è sempre più difficile, ma restano punti di riferimento nei piccoli centri. Dopo quelli del Romito e delle Quattro Strade di Bientina, ora è il turno del locale a Val di Cava a essere alle prese con le dimissioni del consiglio che aprono uno scenario d’incertezza. Anche se la parola d’ordine del movimento resta “resistenza” anche contro il cambiamento dei tempi.

Problemi

Prima hanno superato le chiusure forzate durante la pandemia, poi il periodo dell’impennata delle bollette e, ultimamente anche la fase dei bilanci e dell’aumento della burocratizzazione. Resistono i circoli Arci della Valdera ma le difficoltà, soprattutto di gestione, che affrontano ogni giorno non sono poche. Punti di incontro e di ritrovo, di aiuto e di sostegno curano l’aspetto sociale ma non devono perdere di vista quello economico. Aprono le porte alle altre associazioni del territorio, mettono a disposizione i locali per varie attività sportive, dalla zumba allo yoga, culturali, dai corsi di lingue al coro e artistiche ma è anche indispensabile per la loro sopravvivenza che garantiscano un servizio di ristorazione. C’è un mondo variegato e da preservare insomma tra quelle stanze. Ma basta un niente per mandare in tilt un equilibrio precario che si fonda sul volontariato e tante buone intenzioni.

Speranza

È il caso del circolo Arci del Romito che, con più di 300 soci e sede della consulta di quartiere, dell’Asd Romito, dell’Arci caccia, dell’Anpi, della sezione del Partito democratico e del Tiro del panforte provinciale, neppure tre settimane fa ha lanciato un appello per cercare un nuovo gestore del bar. Quello attuale, per motivi personali, se ne va e il consiglio per scongiurare il rischio di una possibile chiusura ha indetto una gara per l’affidamento del servizio. Stessa sorte per il circolo La Rinascita nel Parco Le sughere alle Quattro Strade di Bientina. Stavolta la richiesta di qualcuno che arrivi a guidare la ristorazione è di una settimana fa. Perché senza un professionista dietro a un bancone non è scontato, per i soci assicurare un’apertura prolungata e rendere accattivante un ambiente che punta sull’accoglienza e la voglia di aggregazione. Ma se per entrambi i circoli le criticità sembrerebbero superate con diverse persone interessate alla gestione che hanno contatto i presidenti, grazie anche al giornale Il Tirreno che ha raccontato le loro storie e necessità, ora è il circolo in Val di Cava a essere alle prese con problemi e incertezze.

Incognita

Qui giovedì si terrà l’assemblea generale dei soci. La questione all’ordine del giorno è duplice. Da una parte riguarda le dimissioni del consiglio direttivo, dall’altra le sorti del circolo. «La presidente – spiega un consigliere – dopo anni si ritira. C’è da capire se riusciremo a eleggere una nuova figura. Se nessuno si farà avanti il pericolo è che questo luogo di comunità, nato negli anni Ottanta, concluda il suo percorso». Non a caso il volantino che informa della riunione invita a partecipare «chiunque voglia entrare a far parte del circolo e aiutare a tenere in vita un piccolo spazio di unione e condivisione del paese».

Condivisione

Luoghi del cuore di differenti generazioni, con interessi diversi ma sempre per condividere amicizia e svago, i circoli per reggere hanno bisogno di volontari, tempo a disposizione, impegno e ideali. «I circoli funzionano – conferma Salvo Rinzivillo presidente Arci Valdera – ma la loro gestione non è semplice. Pur ospitando il bar, il loro scopo non è commerciale. Si fondano su persone con passione e generosità. Come comitato li sosteniamo nelle fasi amministrative, in quelle digitali, nel coordinamento, anche con corsi di formazione, ma il nodo è logistico. Non è facile avere una presenza costante sul territorio, che tuteli ogni fascia di popolazione e crei opportunità per stare insieme».

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