Il Tirreno

Pontedera

La tragedia

Ciclista morto a Vicopisano, l’amico che era con lui: «Il bus ha tagliato la curva poi abbiamo sentito un colpo»

di Sabrina Chiellini
La foto scattata alla partenza da Bientina, Alessio è il primo da sinistra e due immagini della tragedia (foto Franco Silvi)
La foto scattata alla partenza da Bientina, Alessio è il primo da sinistra e due immagini della tragedia (foto Franco Silvi)

Il racconto di uno dei due amici: «Un’uscita come tante altre, siamo passati di lì perché di solito c’è meno traffico»

21 agosto 2024
3 MINUTI DI LETTURA





BIENTINA. Un selfie scattato alla partenza a Bientina. È quello che resta dell’allegria di una mattina d’estate finita in tragedia. Luca Pelfer di Capanne è uno dei due ciclisti che erano con Alessio Cerullo, 37 anni, quando è morto travolto da un autobus di linea a Cucigliana. Con loro c’era anche Simone Di Gianni, anche lui di Capanne, sotto choc per la tragedia. Un selfie che resterà nei loro cuori e che Luca ha pubblicato sulla sua pagina Facebook per ricordare l’amico morto.

«Siamo partiti di mattina (lunedì 19 agosto, ndr), spensierati, sorridenti, contenti di passare qualche ora insieme come abbiamo fatto tantissime altre volte condividendo una passione che ci ha fatto conoscere e trascorrere tanti momenti felici insieme, poi in un attimo tutto è cambiato, è bastata una maledetta curva, un pullman che la taglia e tu che te ne vai troppo presto. Voglio ricordarti così amico mio, in sella alla tua amata bici, tu ci tenevi più di tutti, ripenso a pochi mesi fa, quando siamo andati in Francia e di ritorno dal giro del primo giorno mi pulisti la catena e la oliasti di nuovo per il giorno dopo raccomandandoti con me che dovevo mettere una goccia per ogni maglia, né una di più né una di meno».

I ricordi

I ricordi scorrono davanti agli occhi dell’amico che ancora stenta a credere che Alessio non ci sia più. «Ricordo gli adesivi che avevi fatto fare per il furgone di Simone (Di Gianni, ndr) per la trasferta e che non volevi nemmeno farci pagare, ricordo i grissini sul Garda e il gelato a fine gara, mangiavamo tutti le stesse cose che prendevi tu pensando di poter andare forte come te, penso alla soddisfazione di avere fatto tutti insieme il San Pellegrino, ovviamente tu del tuo passo e noi del nostro, sei sempre stato di una categoria superiore alla nostra, ma poco importava. L’importante era stare insieme e condividere una passione comune, ricordo che con te era quasi impossibile pagare una colazione durante i nostri giri, dovevamo spingerti via dalla cassa, ricordo che abbiamo fatto quella strada maledetta insieme anche tre giorni fa come abbiamo sempre fatto pensando che fosse la cosa più sicura da fare. Insieme agli altri eravamo gli Sparpagliati, di nome ma non di fatto, noi siamo sempre stati uniti, ora più che mai».

Quei momenti

Parole sincere che colpiscono il cuore. Dall’altra mattina alle 9, quando c’è stato l’incidente, Luca non può fare a meno di pensare a quei momenti. «Eravamo insieme, in fila indiana, siamo passati da lì perché di solito c’è meno traffico. Ci siamo trovati con il bus di fronte, c’era un mezzo parcheggiato sulla curva, l’autobus ci ha lasciato poco spazio, ha stretto la curva. Ho urlato: “Attenzione”. Io e Simone siamo passati, poi abbiamo sentito un colpo, ci siamo voltati e Alessio era già immobile sulla strada». Difficile dire se la vittima dopo l’urto sia caduta e solo in quel momento Alessio sia stato travolto dall’autobus del servizio pubblico. Sull’asfalto non ci sono tracce di frenata, questo è certo. E la velocità consentita in quel tratto di via Orsini è di trenta chilometri orari. Aspetti questi su cui dovrà fare chiarezza l’inchiesta della Procura. La polizia locale di Vicopisano fino a ieri non aveva ancora depositato l’informativa con i rilievi e la prima ricostruzione dell’incidente mortale, resa possibile anche dalle testimonianze dell’autista e dei due ciclisti che erano insieme alla vittima. Saranno acquisite anche le immagini riprese dalle telecamere del bus. Ancora non è certo se verrà disposta l’autopsia. Ma l’incidente riapre la questione della sicurezza stradale. Un anno fa Alessio si era fratturato una gamba cadendo dalla bici. «Gli incidenti sono sempre dietro l’angolo – aggiunge Luca Pelfer – è veramente difficile per noi ciclisti. Usciamo di casa senza sapere se torneremo, tanti pericoli, tanta cattiveria, la passione per la bici è quasi come la roulette russa».

Primo piano

Istruzione

Il Consiglio di Stato blocca il liceo del Made in Italy: cosa può succedere e le scuole toscane interessate

Sportello legale