Pontedera, accoltella la ex e va al bar. Il racconto del commesso: «Gli sanguinava una mano, si è scolato una bottiglia»
L’aggressore è entrato alla “Cornetteria” un quarto d’ora dopo il ferimento: «Era abbastanza alterato, ha bevuto la birra in pochi secondi»
PONTEDERA. Si è bevuto una birra dopo aver accoltellato la ex. Nella sequenza della caccia all’uomo in un arco temporale di neanche un’ora e mezza, l’aggressore ha avuto tempo e voglia di scolarsi una Ceres. E lo ha fatto avendo sul braccio sinistro ancora il sangue dovuto a una ferita che si era procurato nell’assalto alla donna in mezzo alla strada.
Si è avvicinato e dopo aver discusso l’ha colpita con una coltellata alla gola. Un fendente secco, diretto, capace di lasciare il bersaglio esanime sull’asfalto con giugulare e carotide perforate. Quindi la fuga in uno spazio ristretto portandosi da via De Nicola in pieno centro.
Piccolo di statura, magro, capelli radi tirati indietro, vestito di nero (dettaglio che lo ha fatto riconoscere a diversi testimoni, ndr) e occhiali da sole, l’uomo si è presentato intorno alle 11,45 alla “Cornetteria” di via Saffi. Non si è mostrato pericoloso per modi e frasi.
«Vorrei una birra» ha chiesto ad Antonio Sammartino, il dipendente che non sapeva di avere davanti un aggressore in fuga che aveva assalito un quarto d’ora prima quella che era stata la sua compagna.
«Diciamo che lo vedevo abbastanza alterato, ma non ci ho fatto caso più di tanto – ricorda Sammartino – Non ha detto niente di particolare. Dopo aver bevuto in pochi secondi la birra ha chiesto di andare in bagno. Richiesta assolutamente non strana, ma che con il senno di poi aveva un senso. Aveva la mano sinistra ferita e ho pensato che si fosse fatto male da solo. In questi giorni stiamo facendo dei lavori e i servizi igienici non sono utilizzabili. Quindi gli ho risposto che il bagno non era disponibile. Lui ha pagato e se ne è andato».
(Nella foto Antonio Sammartino, il dipendente della “Cornetteria” che ha incrociato l’aggressore)
Quando è uscito l’uomo ha guardato in alto come se volesse sincerarsi dell’esistenza di eventuali telecamere e poi si è diretto verso la posta. Ha vagato per quasi un’ora fino al momento in cui alla stazione ha trovato i carabinieri a impedirgli di scappare in treno.
Dopo qualche secondo è entrato nel locale un conoscente di Sammartino. E dall’esterno ha notato sul pavimento quello che il dipendente non aveva visto perché al di là del bancone e coperto dalla vetrina.
«Questo mio amico mi ha chiesto: “Ma perché ci sono quelle tracce di sangue per terra? ” – prosegue il dipendente – Allora sono andato a vedere e c’erano davvero queste gocce rosse, ma pensavo che si fosse tagliato per conto suo come può capitare se si toccano ferri o altri oggetti. Allora ho collegato la mano ferita e il sangue. Gliel’ho descritto a livello fisico ed è stato il mio amico a dirmi che c’era stata l’aggressione alla donna in via De Nicola. Così ho fatto due più due realizzando di aver parlato e servito una birra a quel tipo».