Fabo col fiato corto e meno benzina «Ora lavoriamo duro a testa bassa»
Herons sconfitti al Palaterme da Avellino, attacco poco prolifico e guai tecnici Coach Barsotti non fa drammi e invita a essere equilibrati nelle analisi della gara
MONTECATINI. A volte il destino, quello scritto con la "d" minuscola perché alla fine si parla di pallacanestro, gioca scherzi - come si dice - da prete, con tutto il rispetto per le istituzioni religiose. “Nati per attaccare” c’è scritto sui rotoli di nastro adesivo dedicati agli Herons e distribuiti agli spettatori domenica al Palaterme. Una bella iniziativa, uno slogan indovinato e un gesto significativo da parte di sponsor e società. Tutto perfetto, solo che la sconfitta con Avellino è da attribuire proprio a un attacco poco prolifico e, se vogliamo insistere con le metafore, un po’ scollato.
I giochi di parole si fermano qui, perché dire che la squadra ha bisogno di essere accomodata con lo scotch sarebbe obiettivamente troppo. Però che questo sia un passo falso tutt’altro che indolore lo testimonia la dichiarazione rilasciata a caldo sui canali social della società dal presidente Andrea Luchi, che dice: «Dobbiamo partire dalle responsabilità di ognuno di noi, sia come gruppo che come individui. Abbiamo giocato con poca energia e questo è grave. Abbiamo offerto uno spettacolo molto deludente e non è la prima volta. In questo club non c'è spazio per alibi o scusanti. Si lavora duramente e si migliora ogni giorno. A testa bassa. Grazie ai tifosi per l'incitamento in tutti i 40 minuti».
Parole dettate certamente dalla delusione per uno stop che si inserisce in un periodo poco brillante. A onor del vero quella di domenica è stata una prestazione opaca, punita da un'Avellino che non ha fatto nulla di trascendentale ma è stata più brava sia nell’arco dei 40 minuti che nei momenti caldi, ma non un tracollo di cui vergognarsi. Nella conferenza stampa coach Federico Barsotti non ha nascosto le pecche, ma ha anche invitato a essere equilibrati nelle analisi, e ha ragione. L’equilibrio sta qui: fare drammi sarebbe esagerato e prematuro (la classifica al momento lascia gli aironi al terzo posto con 8 punti di distacco dalla Gema) ma allo stesso tempo non guardare in faccia i problemi sarebbe un errore. Anche qui ci viene in aiuto il coach: «Siamo probabilmente in un momento di condizione fisica non ottimale». Questa sembra una delle criticità, che in parte si porta dietro anche l’altro difetto citato da Barsotti, l’aver giocato sotto ritmo: la squadra non ha la benzina dei momenti migliori e nonostante le rotazioni ampie innescate dalla panchina, arriva ai finali meno lucida degli avversari. Se regala un paio di quarti come ha fatto con Avellino ed è costretta a spendere energie per recuperare, poi è stanca quando deve segnare nell’ultima azione o non perdere il pallone nella penultima.
Poi ci sono nodi tecnici: Radunic è micidiale da lontano, ma non sempre domina l’area (1/5 da 2, 4 rimbalzi e 6 palle perse), Sgobba è quello che ha risentito più di tutti del nuovo assetto (15 minuti in campo, 1/4 da 2) e va assolutamente riportato dentro il cuore del gioco per il talento e l’esperienza che non possono andare dispersi. Soprattutto però l’impressione è che a questi Herons manchino i punti di riferimento che avevano nella prima parte della stagione, tra i quali va citato Carpanzano, la cui condizione fisica deficitaria è ormai talmente cronica che a volte, come ha detto ancora Barsotti, si rischia di dimenticarla. L’impressione è che quello descritto sia un cerchio che si può far quadrare, e ci siano le risorse per farlo prima dei playoff. Nel frattempo però, tra poco più di due settimane, ci sono le finali di Coppa Italia, e quello sarà inevitabilmente un anticipo di bilancio.