Il Tirreno

Il caso

«Non volevo, ma non riuscivo a liberarmi», il racconto della studentessa abusata in discoteca a Malta: giovane pistoiese a processo

di Massimo Donati
«Non volevo, ma non riuscivo a liberarmi», il racconto della studentessa abusata in discoteca a Malta: giovane pistoiese a processo

Secondo la procura, avrebbe abusato della ragazza in una discoteca dopo averla fatta ubriacare. Ora il tribunale di Pistoia valuta la richiesta di patteggiamento

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PISTOIA. Attaccato discorso, prima aveva continuato ad offrirle da bere, poi, quando lei, ormai palesemente sotto gli effetti dell’alcol, aveva iniziato a sentirsi male, l’aveva presa per mano per accompagnarla in bagno. Ma non in quello delle donne. Dando una mancia all’inserviente, l’aveva portata nel bagno degli uomini e, chiusa la porta a chiave, aveva abusato di lei. In quella discoteca in cui, assieme ai compagni di scuola, l’allora sedicenne era andata a trascorrere l’ultima serata dopo aver passato una settimana a Malta nell’ambito di un progetto Erasmus.

La ricostruzione della notte di violenza

Era la notte fra il 9 e il 10 maggio 2023. Lunedì mattina, davanti al giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Pistoia, è comparso il 23enne pistoiese ritenuto dalla procura – che ne ha chiesto il rinvio a giudizio – responsabile dello stupro. Le accuse nei suoi confronto sono di violenza sessuale aggravata e di “determinazione in altri dello stato di ubriachezza”. Il giovane, attraverso il suo avvocato difensore, ha chiesto di patteggiare la pena concordata preventivamente con il pubblico ministero. Il gup ha rinviato la decisione riservandosi di valutare il percorso nel frattempo intrapreso dall’imputato in un centro di ascolto per uomini responsabili di comportamenti violenti sulle donne.

Come detto, i reati dei quali è ritenuto responsabile si sarebbe consumati a Malta. Avendo poi la ragazza presentato denuncia una volta tornata in Italia, il giorno successivo, come prevede la legge il procedimento penale è diventato di competenza della procura che ha giurisdizione sulla provincia di residenza dell’indagato.

Il racconto della ragazzina

Ai poliziotti, la studentessa sedicenne, che vive in una città del Piemonte, aveva raccontato che l’ultima sera del soggiorno “Erasmus Plus” a Malta lei e i compagni di scuola erano andati a mangiare una pizza e poi alla discoteca “Havana club”, a La Valletta, dove i giovani con più di sedici anni potevano entrare gratis. Mentre era al bancone del bar con le amiche tra un ballo e l’altro, la ragazza era stata avvicinata dall’allora ventunenne pistoiese, che le aveva offerto da bere, incominciando a parlare del più e del meno e scambiandosi l’amicizia su Instagram.

I soldi all'inserviente e la violenza nel bagno

La ragazza specificando fin da subito di essere profondamente innamorata del proprio fidanzato, ha accettato di buon grado la compagnia, arrivando però a bere, per quanto si ricorda, almeno quattro gin lemon. Quando era già alticcia, il ragazzo aveva iniziato ad abbracciarla e a baciarla sul collo mentre ballavano, con lei che tutte le volte lo respingeva, ripetendo che era fidanzata e che non voleva. Ma a un certo punto era arrivata la nausea. La ragazza si era dovuta dapprima sedere, sempre accompagnata dal giovane pistoiese, che poi l’aveva accompagnata verso il bagno. Dove, all’ingresso, c’era un inserviente che vendeva fazzoletti e altri oggetti, a cui il ventunenne, senza acquistare niente, aveva dato dei soldi prima di entrare con lei nel bagno degli uomini.

Una volta dentro aveva chiuso a chiave la porta e aveva fatto appoggiare la ragazza al muro, per poi tirarle su il vestito e avere un rapporto sessuale con lei, che in completo stato confusionale – «se non mi fossi aggrappata al muro sarei svenuta in terra» avrebbe poi raccontato alla polizia – continuava a ripetere che non voleva, non trovando però la forza di liberarsi. Solo in un lampo di lucidità, prendendo coscienza di ciò che stava succedendo, era riuscita a divincolarsi e a scostare il giovane che si frapponeva fra lei e la porta. Precipitandosi poi da una delle sue amiche, correre fuori dalla discoteca insieme a lei e raccontandole ciò che era accaduto.

La mattina successiva, la corsa in farmacia per acquistare la pillola del giorno dopo e il ritorno a casa in aereo. Poi la denuncia e l’identificazione del giovane pistoiese attraverso il suo profilo Instagram.