Pistoia, muore a 54 anni in un cantiere operaio padre di due bambini
Inutili i tentativi di rianimazione praticati da un collega. L’uomo era impegnato a Masotti nei lavori relativi al raddoppio della linea ferroviaria tra Pistoia e Montecatini
SERRAVALLE. Come tutte le mattine, ha fatto colazione assieme ai colleghi e, insieme a loro, senza alcun tipo di malessere, ha poi raggiunto il cantiere per iniziare la giornata di lavoro. Ed è stato lì che, mentre tutti gli operai, scesi dal furgone, stavano facendo gli ultimi preparativi prima di avviarsi verso la linea ferroviaria, che si è sentito male. Per un attimo si è appoggiato a un muretto e poi si è accasciato a terra.
Mancavano pochi minuti alle sette e mezzo di ieri mattina, sabato 25 gennaio, quando il cuore di Amato Aversario, 54 anni, operaio di una delle aziende che stanno lavorando al raddoppio della linea ferroviaria tra Pistoia e Montecatini, si è fermato. Inutili i tentativi di rianimazione da parte di un collega, così come quelli praticati per circa un’ora dai soccorritori accorsi sul posto, a Masotti. L’uomo, che abitava a Mondragone, in provincia di Caserta, con la moglie e due figli, è stato dichiarato morto poco dopo il suo arrivo in ospedale.
Come accennato, nonostante ieri fosse sabato era comunque una normale giornata lavorativa per gli operai impegnati nelle opere di Rete ferroviaria italiana, con la circolazione dei treni che, tra l’altro, era stata appositamente sospesa per il fine settimana per consentire l’installazione, alla spalle dell’abitato di Masotti, di barriere antirumore con la posa di pannellature fonoassorbenti e dei relativi sostegni.
Fatto sta che, una volta nella zona del cantiere, i colleghi hanno visto Amato Aversario accasciarsi sul lastricato dopo che si era appoggiato a un muretto di recinzione quando era stato colto dai primi sintomi del malore. Uno di loro, che ha frequentato un corso di abilitazione per il primo soccorso, ha capito subito che si trattava di qualcosa di grave e, una volta constatato che il cuore si era fermato, ha iniziato le manovre per la rianimazione. Mentre gli altri colleghi davano l’allarme al 118.
Sul posto è accorsa un’ambulanza della Misericordia di Pistoia, assieme all’automedica. La squadra è immediatamente subentrata nelle manovre di rianimazione, applicando al 54enne operaio campano anche il massaggiatore automatico Lucas. Il suo cuore però non ha mai ripreso a battere, nonostante quattro dosi di adrenalina iniettate direttamente all’interno dell’osso tibiale. Quindi la decisione di trasportarlo con l’ambulanza all’ospedale San Jacopo di Pistoia, dove medici del pronto soccorso non hanno potuto far altro che dichiarare il decesso. Ad uccidere l’operaio, che in passato aveva avuto un serio episodio di ischemia, un infarto. Sul luogo del malore fatale sono intervenuti anche i carabinieri.
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