Il Tirreno

Pistoia

L’emergenza

Pistoia, vive da otto mesi in una cantina ma ora deve andarsene anche da lì

di Massimo Donati
Antonino Longo mentre mostra la foto del materasso sui cui dorme sul pavimento
Antonino Longo mentre mostra la foto del materasso sui cui dorme sul pavimento

L’appello di un ex muratore di 72 anni che chiede un alloggio d’emergenza

13 ottobre 2024
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PISTOIA. Un materassino gettato sul pavimento di cemento su cui dormire, un fornellino a gas per cucinare ciò che riceve dalla Caritas, due taniche da cinque litri che va a riempire tutti i giorni d’acqua per bere e per lavarsi alla meglio. Da otto mesi vive in una minuscola cantina condominiale. Ma adesso, Antonino Longo, 72 anni il prossimo maggio, cinquanta dei quali vissuti a Pistoia, a lavorare come muratore, dovrà lasciare anche quel suo piccolo rifugio. «Per andare all’albergo popolare, come mi hanno detto i servizi sociali, oppure per andare a dormire in macchina. Ma io da lì non me ne vado, neanche se arrivano i carabinieri. È tutto quello che ho» spiega.

Antonino prende 700 euro di pensione al mese e non si può permettere di pagare un affitto. Ma al contempo non riesce a ottenere un alloggio di emergenza dal Comune, né uno di edilizia pubblica. Divorziato dal 1998, ha continuato a vivere con la moglie e con la figlia fino a otto mesi fa, nella casa popolare della Spes assegnata alla donna, alle Fornaci. Poi lei gli ha detto che la convivenza non era più sostenibile, che se ne doveva andare, permettendogli tuttavia di utilizzare la cantina.

«Ora la Spes mi ha detto che non ci posso più stare, che non ho diritto perché la casa è stata assegnata alla mia ex moglie – dice – I servizi sociali mi hanno proposto l’albergo popolare, perché dicono che non possono darmi un alloggio di emergenza: per via del fatto che ho la residenza a casa della mia ex moglie hanno detto che la mia richiesta non è regolare. E per questo motivo non posso fare nemmeno la richiesta per l’assegnazione di una casa popolare. Mi hanno detto che devo togliere da lì la mia residenza. Ma dove la metto? Nessuno mi sa dare una risposta».

«Ma come faccio ad andare all’albergo popolare? – chiede Antonino – Lì ci sono gli orari, alle 8 di mattina ci buttano fuori. Nella cantina dove sto mi posso almeno sdraiare un po’, posso farmi un piatto di minestra, un caffè. Mi posso lavare un po’. Devo andare a dormire in macchina?».

Macchina, una vecchia Lancia Y intestata alla ex moglie, che Antonino ha rimesso a posto con le proprie mani e per la quale paga di tasca sua l’assicurazione.

«La mia ex moglie ora la rivorrebbe – lamenta – Ma io la uso tutte le mattine per andare in bagno al centro commerciale. Senza come farei ad arrivarci?».

Come detto, Antonino Longo, originario della provincia di Catania, è arrivato a Pistoia nel 1975. «Ho sempre lavorato, ho sempre pagato le tasse. E ora non posso avere una casa popolare? Faccio qualche lavoretto, ho la mia pensione di 700 euro. Pagherei la mia quota d’affitto. Ma i servizi sociali di via La Pira dicono che non posso averla. Per via della residenza dicono. Ripeto: dove la metto questa residenza? Qualcuno mi dica come posso fare. Mi hanno detto che potrei andare a vivere con altre persone, affittando una stanza, ma, anche se potessi permettermelo, dopo una vita abituato alla mia autonomia non ce la potrei fare, lo so».


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