Pisa, la Variante stadio diventa un caso: scontro politico sulla sentenza del Tar
Accuse incrociate dopo l’annullamento della delibera da parte del tribunale di Firenze
PISA. Destra contro sinistra. E non poteva essere altrimenti. Nella settimana in cui l’Arena Garibaldi-Romeo Anconetani potrebbe diventare teatro di una storica impresa sportiva del Pisa, lo stadio diventa un caso giudiziario e, soprattutto, politico. Perché la sentenza del Tar che annulla la Variante stadio approvata dalla giunta Conti nel 2020 non poteva che diventare oggetto di scontro tra maggioranza e opposizione a Palazzo Gambacorti. Da una parte Edoardo Ziello (Lega) e Maurizio Nerini (FdI) che difendono l’operato della destra e ribadiscono quanto già detto a caldo dal sindaco: «La sentenza è nei fatti già superata». Dall’altra il Pd con la senatrice Ylenia Zambito e i consiglieri Marco Biondi e Andrea Ferrante che parlano senza mezzi termini di «fallimento di Conti e Latrofa».
«Il fallimento della giunta Conti-Latrofa sulla questione del nuovo stadio è evidente e non tanto e solo perché il comune di Pisa ha perso il ricorso al Tar, ma soprattutto per scelte politiche completamente sbagliate che hanno legato, ideologicamente e strumentalmente, il contrasto alla moschea alla costruzione della nuova Arena», è l’attacco della senatrice Zambito. «Del resto lo disse anche il presidente del Pisa Giuseppe Corrado che “l’accoppiamento” tra la nuova Arena e lo stop alla moschea a Porta a Lucca stava rallentando il percorso e aveva ragione – prosegue la parlamentare –. Purtroppo la variante dello stadio, accorpata alla scheda urbanistica che prevedeva la realizzazione del luogo di culto, è stata fagocitata nello scontro ideologico della giunta Conti appiattita sui diktat del capo leghista Salvini, con i fedeli Ziello e Ceccardi che guidavano la battaglia contro la moschea. Quello della mancata realizzazione del nuovo stadio è il fallimento più eclatante della giunta Conti che si era presentata agli elettori promettendo la deposizione della prima pietra dello stadio sei mesi dopo l’insediamento, 8 anni fa. Il risultato è che del nuovo stadio non si vede l’ombra, con la squadra a un passo dalla A e continui rattoppi al vecchio stadio».
«Non esiste alcun impedimento per la riqualificazione dell’Arena perché la sentenza del tribunale amministrativo regionale interviene su un progetto ormai superato dalle previsioni urbanistiche contenute nel piano strutturale intercomunale tra Pisa e Cascina e dal piano operativo», è la replica del deputato Ziello. «La senatrice Zambito che è stata anche assessore all’urbanistica dovrebbe saperlo», prosegue il leghista affermando che «noi abbiamo difeso lo stadio, lasciandolo a Porta a Lucca, a differenza del Pd che voleva spostarlo ad Ospedaletto» e sostenendo che il ricorso al Tar sia «un’iniziativa processuale portata avanti dagli alleati della sinistra ecologica». «Dopo la fissazione del prezzo dell’Arena, da parte dell’advisor, siamo in regola con tutti i passaggi che permetteranno la riqualificazione», conclude Ziello.
Dopo 5 anni e ad un mese dalla scadenza naturale del provvedimento, con gli sforzi della società sportiva ad un passo da un traguardo storico e quelli del Comune che ha già stanziato i fondi per l’adeguamento dello stadio alla categoria superiore, certo non si sentiva il bisogno di una sentenza contro la “variante stadio”.
Dello stesso tenore Maurizio Nerini: «La sentenza non sposterà di un millimetro gli obbiettivi fissati». Il capogruppo di FdI adombra poi motivazioni politiche alla base della decisione dei giudici: «Resta confusione sulle motivazioni addotte tra troppi rimandi e l’errato presupposto iniziale, più volte confutato, che fosse essenziale per la variante stadio il parcheggio da fare nell’area ex-moschea, ben lontano dall’essere realizzata – sostiene – . La sentenza che si allinea con quella precedente già molto politica proprio sulla ex-moschea, che non prendeva minimamente in considerazione l’analisi urbanistica, che da fiato a chi rema contro la città ideologicamente da decenni».
«Fin dall’inizio, la nostra opposizione aveva sollevato dubbi in consiglio comunale, avvertendo che questa mossa avrebbe potuto compromettere non solo l’iter della variante, ma anche l’obiettivo stesso di riportare la collocazione urbanistica dello stadio nella sua storica posizione a Porta a Lucca – ribattono Biondi e Ferrante –. Il furore ideologico del no alla moschea ha generato errori e una cattiva amministrazione. Una scelta che si è rivelata del tutto strumentale e inefficace, volta più a raccogliere consensi momentanei che a costruire un progetto serio e duraturo per la città. Con la sentenza del Tar siamo di fronte alla conferma che l’amministrazione ha preso in giro i cittadini e, soprattutto, i tifosi pisani. Dopo ben sette anni di governo del territorio, la collocazione urbanistica dello stadio non è ancora tornata alla posizione attuale, e non lo sarà fino al completamento e all’approvazione del nuovo Poc che, al momento, appare ancora lontano».
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