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Università in Toscana, non è una regione per fuorisede: +59% per una stanza, studenti sempre più in difficoltà

di Martina Trivigno

	Rimane il nodo prezzi nelle città universitarie
Rimane il nodo prezzi nelle città universitarie

A Firenze una singola costa in media 618 euro, ma rincari anche a Pisa e Siena. L’offerta è scarsa, la domanda alle stelle e gli studenti fuori sede restano senza alternative

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Oggi a Firenze una stanza singola in affitto costa in media 618 euro al mese, quasi il 60 per cento in più rispetto a quello che uno studente universitario pagava quattro anni fa per condividere la casa con altri colleghi. E – confrontando i prezzi con il 2021 – le cifre sono in crescita anche a Siena (+ 16 per cento) e a Pisa (+ 15 per cento).

Nei principali centri universitari italiani, infatti, il budget medio richiesto per l’affitto di una stanza singola ha registrato, negli ultimi quattro anni, un aumento di gran lunga superiore a quello osservato per le soluzioni abitative tradizionali (monolocale, bilocale e trilocale). Una tendenza che appare inarrestabili e che sembra essere la conferma di come l’Italia, ad oggi, non sia un Paese per studenti.

È quanto emerge dall’indagine di Immobiliare.it Insights, azienda specializzata in analisi di mercato che ha confrontato l’andamento (dal 2021 a oggi) della richiesta media per una stanza nelle principali città universitarie italiane con quello dei canoni medi relativi alle diverse tipologie di appartamento. Ed ecco la sorpresa (si fa per dire): Firenze è al terzo posto nella classifica nazionale per le camere in affitto più costose, preceduta soltanto da Bologna (+73 per cento) e Padova (+ 61 per cento).

I dati

La Culla del Rinascimento, infatti, ha visto una crescita del 59 per cento della singola (618 euro al mese) a fronte del monolocale che si è rivalutato del 38 per cento, mentre il canone medio di bilocali e trilocali è aumentato di circa del 50 per cento.

A Pisa, invece, la cifra per avere in locazione una singola (339 euro al mese) è salita (+ 15 per cento) ma comunque meno rispetto a quanto abbia fatto l’affitto medio di un bilocale (+ 20 per cento) nel confronto con quattro anni fa. A Siena, infine, l’aumento del costo medio di una stanza (360 euro al mese) è sovrapponibile a quello registrato dalle diverse soluzioni dipendenti nello stesso periodo, attorno al +16 per cento.

L’analisi

«Quello che emerge chiaramente è che le stanze, negli ultimi anni, sono diventate una soluzione abitativa sempre più ambita. Con un’offerta che ha faticato a tenere il passo della domanda, ne è conseguito un rilevante incremento dei prezzi in tutte le città analizzate – commenta Antonio Intini, ceo di Immobiliare.it Insights – . La maggior parte dei centri considerati, infatti, non è solo la sede di un importante ateneo, ma anche un polo economico e/o culturale, che attrae anche lavoratori, oltre agli studenti. Di fronte a un costo della vita in costante aumento e a un mondo del lavoro ancora segnato dalla precarietà, anche questa fascia di popolazione sceglie sempre più spesso una sistemazione, necessariamente temporanee, in una casa condivisa con altri. Una scelta che contribuisce ad alimentare ulteriormente l’elevata domanda di posti letto privati».

«Servono campus»

Rodolfo Zanieri, responsabile toscano di Uniat della Uil, associazione per la tutela degli interessi nel campo di casa, locazione immobiliare e problemi dell’abitare, spiega che il valore degli immobili sta diventando insostenibile. «Le case da affittare per gli studenti sono poche e non sono considerate neppure un business troppo conveniente e così gli si preferiscono gli affitti brevi – evidenzia Zanieri – . L’unica alternativa per le città sarebbe che ogni università avesse un proprio campus con una quota sufficiente di alloggi e che potesse affittarlo a un canone concordato in modo che sia reso più accessibile. E oggi sono troppo pochi anche gli alloggi universitari dedicati ai borsisti che riescono a garantire una sistemazione soltanto al 7-8 per cento degli studenti fuori sede. E il problema - conclude degli affitti va a penalizzare le famiglie normali».

La speculazione

E secondo Zanieri il problema degli affitti universitari così elevati è legato principalmente a due fattori correlati tra loro: da una parte pesa la scarsità di immobili sul mercato e dall’altra la speculazione.

«Chi è proprietario, ad esempio, di un monolocale vicino a un polo universitario stabilisce prezzi molto più alti – evidenzia Zanieri – . Senza finanziamenti pubblici per l’edilizia studentesca il problema casa diventerà insostenibile».

Gli immobili vuoti

Anche Fabio Seggiani, segretario generale del Sunia toscano, il sindacato degli inquilini, è d’accordo sul fatto che la casa stia diventando uno dei problemi principali, anche in Toscana. «E questo governo non sta facendo nulla per risolverlo – evidenzia – . Il tema, ora, è come agire. Ecco, dobbiamo fare in modo che più interventi si indirizzino verso la riconquista di spazi abitativi e che ci siano incentivazioni a rimettere in gioco gli immobili vuoti a prezzi calmierati, però. Il mercato non si regola da solo e la legislazione non può farla il Comune, ma va discussa a livello nazionale. È un problema generale e non può più essere rimandato».


 

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