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Una ricercatrice lucchese nel blackout in Spagna: «Vi racconto le ore di paura e l’assalto ai supermercati»

di Michele Masotti
Viola Pieroni e un supermercato spagnolo preso d'assalto
Viola Pieroni e un supermercato spagnolo preso d'assalto

La testimonianza della giovane toscana: «Nessuna informazione, abbiamo tutti temuto fosse un’azione bellica»

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LUCCA. Lunedì scorso, 28 aprile, la Spagna, così come Portogallo e in misura minore una porzione della Francia meridionale, è stata colpita da un grosso blackout, verificatosi alle 12,30, che ha generato una crisi infrastrutturale di eccezionale portata. Un episodio analogo si verificò in Italia il 28 settembre 2003, ma quanto accaduto nella penisola iberica rappresenta un vero unicum nell’era digitale. Una giornata vissuta in prima persona, con tutti i disagi connessi, da Viola Pieroni, tirocinante all’Università di Murcia dopo aver conseguito la laurea magistrale in Biotecnologie Molecolari alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.

La 24enne specializzanda di Filecchio si trovava nel proprio appartamento, in compagnia delle sue coinquiline, quando il sistema elettrico nazionale è rimasto senza corrente. «Stavamo studiando quando la connessione Wi-Fi ha smesso di funzionare – ricorda la studentessa – Inizialmente non ci avevamo dato molto peso perché era un problema molto frequente. Abbiamo provato a riaccendere il contatore, ma la luce non tornava. Pensavamo che potesse trattarsi di un disagio circoscritta al nostro appartamento però, nel giro di dieci minuti, gli altri condomini del palazzo si sono affacciati alle loro finestre per lamentarsi del medesimo problema abbiamo capito come la questione riguardasse tutti».

La notizia del blackout nazionale arriva sul cellulare, uno dei pochi ancora in grado di connettersi a internet, di una studentessa americana. «Non nego di aver vissuto dei momenti di apprensione – prosegue Viola Pieroni – Non conoscendo le cause e tanto meno avendo pochissime informazioni, c’era il rischio che potesse trattarsi di un’azione bellica. Si è scatenata una vera e psicosi tra la popolazione: alle 17 gli scaffali alimentari dei supermercati erano tutti vuoti».

Settima città della Spagna per numero di abitanti, 469.177, Murcia ha vissuto una giornata difficilmente dimenticabile e con una serie di disagi impattanti sulla vita dell’intera popolazione. «tram sono rimasti bloccati in mezzo alla strada mentre lo spegnimento dei semafori, per fortuna, non ha provocato incidenti – continua la giovane barghigiana – Alcuni colleghi universitari sono stati costretti a rimanere per ore nel dipartimento dato che i trasporti pubblici erano bloccati. Una mia amica è rimasta chiusa per un’ora nella metro, così come nel palazzo vicino alcune persone sono rimaste bloccate in ascensore. Essendo una giornata molto calda, le persone maggiormente a rischio erano gli anziani. Ci siamo adoperati per fornire loro assistenza».

In alcune zone di Murcia, situata nella Spagna meridionale, l’elettricità è iniziata a tornare dalle 18 mentre per la connessione a internet si è dovuto attendere fino alle 24. «Sono riuscita a mettermi in contatto con mia nonna nel tardo pomeriggio – rivela Viola Pieroni – Per i ragazzi della mia generazione, credo sia stata la prima giornata vissuta senza poter utilizzare il web. Possiamo definirla alternativa. Potrò dire di aver insegnato a giocare a briscola alle mie coinquiline statunitensi (ride Viola, ndr) . Scherzi a parte, mi ha stupito vedere nel pomeriggio riempirsi i parchi e i bar della città in orari lavorativi. Sono ricomparse le radio portatili a batteria con le persone che cercavano di carpire eventuali sviluppi della situazione. Un po’d’ansia c’è stata, ma fortunatamente la giornata si è risolta nel migliore dei modi e senza grosse conseguenze».

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