Pisa, morto dopo l’aggressione al pronto soccorso: decisive saranno le telecamere. Le parole della figlia
È in carcere il 47enne, sposato con due figli, accusato di avere spinto Giorgio Tani
PISA. «Non ricordo cosa è successo». A distanza di giorni dal fatto avvenuto al pronto soccorso di Cisanello e costato la vita a Giorgio Tani, 79 anni, di San Giuliano Terme, l’autore dell’aggressione sostiene di non ricordare quando ha spinto a terra il povero pensionato causandogli un grave trauma cranico. A documentare il terribile istante sono le immagini riprese dalle telecamere della videosorveglianza dell’ospedale. Tani era immerso nei suoi pensieri, la moglie non era stata bene e doveva essere ricoverata, pensava di essere in un luogo sicuro, nella sala d’aspetto del pronto soccorso. In quei momenti è arrivato 47enne, di origine romena, residente anche lui nel comune di San Giuliano, a Ripafratta. Era ubriaco, è stato lasciato lì da un’ambulanza che lo aveva soccorso per la strada. Immagini e testimonianze saranno utili a ricostruire quello che è successo e a formalizzare le accuse nei confronti del romeno, che si trova in carcere dal 6 novembre, dal giorno successivo all’aggressione.
«La situazione è molto difficile – dice il difensore di fiducia, avvocato Pierpaolo Santini del foro di Lucca – non ero presente all’interrogatorio (il 47enne inizialmente aveva un difensore d’ufficio, ndr) ma so che l’indagato ha detto di non ricordare quei momenti. Ha un problema di alcolismo, quando è stato trasferito nel carcere Don Bosco a Pisa ha chiesto di poter parlare con il Serd». La speranza fin dall’inizio è stata quella che il pensionato riuscisse a superare il grave trauma cranico che i medici del pronto soccorso gli avevano riscontrato dopo la caduta.
Per dieci giorni la sua vita è rimasta appesa a una debole speranza anche se alla famiglia fin dall’inizio era stato spiegato che non era fuori pericolo di vita. Nei prossimi giorni la procura, oltre a formalizzare l’accusa, valuterà se disporre l’autopsia sulla salma del pensionato, trasferito a medicina legale nel pomeriggio di venerdì.
L’indagato vive nel comune di San Giuliano da numerosi anni. È sposato con due figli che si sono trasferiti a Ferrara quando l’uomo si è separato. Lui è rimasto in provincia di Pisa e abita in una stanza accanto all’abitazione dei genitori e altri parenti. Da tempo è senza lavoro. In precedenza ha fatto l’operaio ma poi, dopo che gli è stata ritirata la patente perché trovato alla guida in stato d’ebbrezza, ha lasciato il lavoro.
Per la famiglia Tani, a cominciare dalla moglie e i due figli, è il momento del dolore e della rabbia: è tutto così irreale e difficile da superare.
«Abbiamo fiducia nella magistratura, ci saranno le indagini» è stato il primo commento della figlia. Evidente il loro stato d’animo e il desiderio che la giustizia ora faccia il suo corso.