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«Il Mostro di Firenze? Non è Pietro Pacciani». In tanti per Pino Rinaldi a “Eliopoli Summer” a Calambrone


	Da sinistra, Cristiano Marcacci, Pino Rinaldi e Giovanna Bellini  (foto Muzzi)
Da sinistra, Cristiano Marcacci, Pino Rinaldi e Giovanna Bellini  (foto Muzzi)

A dialogare con il volto storico di “Chi l’ha visto” la criminologa Giovanna Bellini e il direttore del Tirreno Cristiano Marcacci

27 luglio 2024
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CALAMBRONE. Ci sono storie che anche dopo decenni restano delle calamite capaci di attrarre l’opinione pubblica. Una di queste è quella del Mostro di Firenze: la riprova la si è avuta giovedì sera a “Eliopoli Summer” a Calambrone, dove sul palco è salito Pino Rinaldi, volto storico di “Chi l’ha visto”, attuale conduttore di “Detectives” e autore del volume “Il mostro è libero (se non è morto)” da poco uscito per Typimedia. A dialogare con lui la neurologo e criminologa Giovanna Bellini e il direttore del Tirreno Cristiano Marcacci.

Il mostro di Firenze, dicevamo. Rigorosamente al singolare perché, sostiene Rinaldi, il colpevole dei sette duplici delitti fra il 1974 e il 1985 (al quale aggiungere eventualmente quello del 1968) è una persona sola.

Il libro

Rinaldi ha scritto il suo libro insieme a Nunziato Torrisi, colonnello comandante del Reparto operativo dei carabinieri durante i delitti del mostro di Firenze dal 1983 al 1986. E proprio la questione delle indagini è stato al centro di gran parte dell’incontro di Calambrone. Secondo Rinaldi la pista che ha condotto prima a Pietro Pacciani poi ai suoi “compagni di merende” Mario Vanni e Giancarlo Lotti non è quella giusta: «Questi tre personaggi non avrebbero potuto fare quello che ha fatto il mostro: il responsabile dei delitti è una persona che agisce in maniera accorta, preparando gli omicidi».

Alla stessa maniera non regge, per Rinaldi, la pista del secondo livello, dei ricchi mandanti che avrebbero commissionato i delitti ai compagni di merende per ottenere feticci sessuali: semplicemente, ha sostenuto Rinaldi, non sono state trovate prove per suffragare questa ricostruzione. E fu il procuratore Piero Luigi Vigna (lo stesso che la aveva avallata) a riconoscere che non si era avuta alcun riscontro.

E allora, dopo oltre cinquant’anni dal primo delitto e dopo indagini che hanno coinvolto centinaia di investigatori (spesso con frizioni tra polizia e carabinieri), è ancora possibile sperare di dare un volto e un nome al mostro di Firenze? Secondo Rinaldi la svolta sarebbe stata proprio nell’indagine di Torrisi, «che però venne fermato quando era vicino alla verità»: senza entrare nei dettagli del libro, per Rinaldi la strada più attendibile è quella della “pista sarda”.

Gli altri incontri

Gli incontro organizzati dal Tirreno a Eliopoli proseguiranno il 30 luglio con la partecipazione dell’ex presidente del Consiglio Enrico Letta, protagonista insieme al suo ultimo libro "Molto più di un mercato - Viaggio nella nuova Europa". L’8 agosto sarà quindi la volta del tributo ad Ayrton Senna e alla Ferrari: ospiti saranno l’ex pilota della Rossa Nicola Larini e Andrea Cordovani, direttore del settimanale Autosprint. Quarta serata il 22 agosto con Stefano Massini che parlerà del suo ultimo libro “Mein Kampf. Da Adolf Hitler”. Infine, spazio alla comicità il 29 agosto: risate e applausi per "Coinquilini di Gabina", con Emiliano Geppetti, Carlo Bosco e Claudio Marmugi.

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