Pisa, caos al pronto soccorso: record di pazienti in attesa di ricovero. Tra le barelle nei corridoi - Video
Il pronto soccorso di Cisanello è nel caos, giorni di attesa per avere un posto letto. Record di 72 pazienti parcheggiati prima di essere smistati a seconda della patologia
PISA. C’è un’anziana con il femore rotto che aspetta da due giorni un posto letto in ortopedia. In un altro corridoio un ottantenne con la mascherina per l’ossigeno dorme su una barella. A pochi metri c’è un’altra anziana: è pronta per essere dimessa ma non riesce a tornare a casa, l’ambulanza non arriva. Ce lo racconta la figlia, Fabiola Trivella. «Il pronto soccorso è intasato, siamo qui dalle 21 di domenica. Mia madre, malata fragile, ora siamo praticamente bloccate in ospedale. Per non tenerla qui a lungo su una barella farà le terapie a casa. Ma anche ora che siamo pronte non possiamo andarcene. Medici e infermieri sono in difficoltà, con tutta la buona volontà che possono avere, con questi numeri non sono in grado di stare dietro a tutti».
Dopo la prima segnalazione – alle 11 siamo al record di 72 pazienti sulle barelle, in attesa di un posto letto – nell’ennesimo lunedì di passione, siamo riusciti a entrare al pronto soccorso di Cisanello per renderci conto della situazione. La sala d’attesa è affollata come il triage, le ambulanze attendono in fila il loro turno. Molti dei malati sospesi nel limbo ospedaliero sono persone fragili, con patologie croniche: c’è chi ha bisogno della flebo, chi chiede un pasto. I moduli della degenza urgenza sono al completo, una parte è stata dedicata ai pazienti Covid. Per loro c’è un percorso separato anche se poi restano nella stessa area con pazienti non positivi.
«Siamo in attesa da ore, la situazione è grave, l’ospedale è al completo», dice un cittadino. In un corridoio ci sono pazienti barellati lungo le pareti. C’è un incredibile silenzio, basta un colpo d’occhio per vedere che l’area è satura.
Medici, infermieri e gli operatori sanitari in servizio corrono da una parte all’altra dei corridoi per garantire l’assistenza a malati, spesso con patologie impegnative. Nei loro occhi tanta rassegnazione e stanchezza, come quella dei parenti che di ora in ora provano a chiedere quando finalmente il loro familiare potrà entrare in un reparto. Oltre ai ricoveri per le malattie croniche o per malori, ci sono le urgenze. Come quando, verso la fine della mattina, il pronto soccorso è in allerta per l’arrivo di un politrauma. «Più di così non riusciamo a fare», quasi si giustifica un operatore rispondendo alla parente di un’anziana rimasta sempre vicino alla madre, per non lasciarla sola. Un modo anche per poterla aiutare senza dover chiamare ogni volta l’infermiere di turno. Alle 14 i numeri sono gli stessi: 70 in attesa, tra pazienti presi in carico e altri in sospeso. Cinque ambulanze bloccate: non ci sono più disponibili barelle e poltrone.
"Mai vista una situazione così”
«Effettivamente il numero di 72 pazienti in attesa di ricovero al pronto soccorso non era mai stato raggiunto – dice Daniele Carbocci, segretario provinciale Nursind – Una situazione così non l’avevamo mai vista, secondo me è mancata, come succede un po’in tutta la regione, una vera programmazione rispetto ai bisogni. Nei giorni scorsi siamo arrivati a 50 persone in attesa di posto letto. Qualcosa l’azienda ha fatto ma non è sufficiente. Ha convertito la geriatria per spostarci i pazienti Covid dal pronto soccorso per arrivare a 36 posti letto. Ma ancora non sono tutti disponibili. L’azienda ha tagliato alcuni posti letto nei vari reparti specialisti, come diabetologia o cardiologia, per metterli a disposizione del pronto soccorso, ricavando circa venti posti in più. Ma siamo in seria difficoltà. Continua ad esserci un superafflusso e al momento non si intravede soluzione. Siamo di fronte ai picchi stagionali dell’influenza, cui si aggiungono anche casi di Covid in costante aumento. È normale che in periodi come questo i pazienti fragili siano costretti a rivolgersi al pronto soccorso».
Nel fine settimana, quando le mancanze di un’assistenza territoriale sempre più rarefatta si fanno sentire di più, i medici di famiglia non ci sono, la guardia medica fa quello che può, tutto viene scaricato sul pronto soccorso che puntualmente va in crisi. Una situazione che anche la politica conosce.
Le reazioni politiche
«Ci sono 70 pazienti barellati nei corridoi, alcuni dei quali da 4-5 giorni. Oltretutto senza cibo perché non è previsto il servizio mensa al pronto soccorso. Solo i parenti (chi c’è l’ha) possono portare da mangiare. Ho contattato la direttrice generale di Cisanello per segnalare la questione, la quale mi ha riferito che l’ospedale sta esplodendo. Questo è assurdo, soprattutto in un polo ospedaliero che ci costa centinaia di milioni di euro. I medici, gli infermieri e tutti gli operatori sono esasperati. Da tempo proponiamo una riforma dei pronto soccorso, che preveda posti letto e servizio di mensa per quei pazienti che sono costretti a passare giorni in barella. Servono nuovi modelli organizzativi e non ci si può limitare, come fanno i politici del Pd, a chiedere solo più soldi se non si hanno le idee chiare su come spenderli» spiega il consigliere regionale di FdI e componente della Commissione Sanità Diego Petrucci.
«L’Aoup sta lavorando incessantemente da ore mettendo in campo più azioni coordinate, fra cui la sospensione dell’attività chirurgica programmata non oncologica, per fronteggiare l’iperafflusso di pazienti al Pronto soccorso che si è registrato anche a ridosso di quest’ultimo fine settimana, con conseguente richiesta di posti letto Covid» è la risposta che arriva dall’ospedale alle 18, 30. Quando il reparto corridoio è ancora pienol