Muore a 46 anni storico tifoso del Pisa: chi era Alberto, il “capellone” col sorriso contagioso
Fino a poco tempo aveva gestito un tabacchi nel centro commerciale Pisanova. Il ricordo dell’amico: «Le nostre domeniche all’Arena Garibaldi a sostenere i nerazzurri»
PISA. Stravedeva per la sua bimba e una delle ultime foto pubblicate sui social è proprio insieme a lei. Un abbraccio di fronte alla fotocamera del cellulare. Lo sguardo felice che tradisce un filo di malinconia. Alberto sapeva che la lotta si stava facendo dura ma voleva farsi vedere forte dalla sua bambina. E non solo. Anche agli amici aveva detto di non preoccuparsi. Cuore grande e anima buona, Alberto Rosseau, nato nel 1976, pisano doc, è morto stroncato da una malattia. Lascia i genitori e la figlia.
«Ci siamo sentiti per gli auguri di Natale – racconta l’amico Enea Sartori –, e mi aveva detto che presto ci saremo visti di persona. Purtroppo non è mai accaduto, le sue condizioni di salute sono peggiorate improvvisamente e non c’è stato niente da fare». Per anni, insieme alla famiglia, Alberto ha gestito il tabacchino all’interno del centro commerciale Pisanova.
«A novembre mi aveva chiamato – continua Enea Sartori – dicendomi di non preoccuparmi se non lo avrei più visto nella sua attività, perché insieme alla famiglia aveva deciso di vendere. La stanchezza iniziava a farsi sentire dopo tanti anni di lavoro». La più grande passione di Alberto Rosseau era senza dubbio il Pisa. «Siamo andati allo stadio insieme per una vita, da ragazzini. Frequentavamo la gradinata e la curva – dice ancora l’amico – era un ragazzo d’oro e la sua assenza si farà sentire nel cuore delle tantissime persone che conosceva».
Fino a quando la malattia non lo ha costretto a tagliarli, Alberto portava i capelli lunghi. Il suo profilo Facebook mostra i segni di un male che si è impossessato di lui giorno dopo giorno, senza spegnere comunque il suo amore per la vita. «La sua coda era un tratto distintivo. Anche io – prosegue Enea Sartori – portavo i capelli lunghi, ci chiamavano i “capelloni”». Negli ultimi anni di attività al tabacchi a Pisanova, Alberto era riuscito a stringere un accordo con il Pisa calcio e quindi ad allestire una vetrina con i gadget del club nerazzurro.
«Ne andava fiero – conclude Enea Sartori –, e mi chiamò apposta per andare a vedere come aveva organizzato l’esposizione. Alberto era così, gli bastava poco per emozionarsi».