Il Tirreno

PISA. Una fine della relazione conflittuale con uno strascico sgradevole. Quelle ripicche dettate dalla rabbia del momento che innescano traumi che diventano reati.

È la storia di un trentenne pisano (omettiamo le generalità per tutelare la parte offesa, ndr) indagato dalla Procura per appropriazione indebita, violenza privata, lesioni personali e revenge porn. Una vendetta a sfondo sessuale, secondo la recente legislazione, che si consuma quando vengono inviate, all’insaputa e senza il consenso di chi è nella foto, immagini di persone in atteggiamenti intimi. È quello che viene contestato all’ex fidanzato della coetanea, anche lei pisana, accusato di aver preso l’iPhone della giovane durante una lite, di aver scaricato alcune foto osé e di averle inviate con WhatsApp all’allora compagno della sua ragazza. Immagini private con un contenuto sessualmente esplicito, anche con lei ripresa a seno scoperto, che dovevano rimanere nel cellulare. Di sicuro la divulgazione non era stata consensuale.

L’episodio risale al settembre di un anno fa. I due discutono. Lui le chiede il cellulare per fare una telefonata. Sale in auto, ma lei rivuole il suo iPhone. Allunga un braccio dal finestrino per riprendersi l’apparecchio e lui accelera facendola cadere sull’asfalto. Nella caduta a terra la giovane si procura lesione al braccio destro che al pronto soccorso medicano dimettendola con sei giorni di prognosi. Ma è l’invio delle foto spinte all’allora compagna da parte dell’ex a far degenerare lo scontro. Fino alla querela.