Piombino, scogliera abusiva da 18 anni. L’albergatore si difende: «Ormai è una persecuzione»
Lo sfogo di Alberto Mariani che chiede indicazioni dal Comune: «Non può trasformarsi in un problema irrisolto da lasciare in eredità a mia figlia, piuttosto chiuderò i miei hotel»
PIOMBINO. «Prendiamo un’auto che ho parcheggiato in divieto di sosta, se non la posso muovere vengo messo nella condizione di prendere continuamente delle multe». Prova a mettere in luce il principio Alberto Mariani, al di là del problema: la scoglierina di fronte all’Hotel Esperia, sul lungomare Marconi. Un’opera necessaria, ma realizzata in modo difforme dal progetto autorizzato. Tant’è che da 18 anni si contesta l’occupazione di quel tratto di mare, al di fuori dall’area data in concessione alla Mariani Srl, e puntuali fioccano le richieste di indennizzo per l’occupazione abusiva. Quello dell’imprenditore piombinese è un grido di dolore.
«Sono passati 18 anni, non voglio che questa vicenda si trasformi in una persecuzione da dover lasciare in eredità a mia figlia – afferma Mariani – . Piuttosto, sono pronto a chiudere sia l’Esperia che l’hotel Centrale, dove tra l’altro potrei cedere alla possibilità di realizzarvi appartamenti. Sono una persona che lavora e con le sue attività contribuisce all’immagine turistica della città e a dare un servizio. Non sono uno che va contro le autorità, chiedo che mi sia data una mano a individuare la soluzione. Mi trovo invece a pagare le multe per un’opera che ho fatto a mie spese e che invece avrebbe dovuto fare il Comune».
È nel 2004 che viene autorizzato dal Comune l’ampliamento della concessione demaniale per realizzare due scoglierine, a protezione della zona già in concessione del retrostante stabilimento balneare. Una doveva essere lunga 10, 5 metri e l’altra 6, 5. I lavori iniziano a giugno di quell’anno. Si deve arrivare a gennaio del 2007 per l’accertamento delle opere abusive da parte della Vigilanza edilizia del Comune. In acqua trovano un’unica scogliera, costruita in estensione sul lato sud dell’insenatura. Seguono interlocuzioni e richieste di proroga dalla società, per completare i lavori. Nel 2017 su quel tratto di mare si affacciano anche i militari della Guardia costiera di Piombino: la scogliera costruita è difforme dal progetto autorizzato ed è posizionata al di fuori dello spazio concesso alla società, da qui la contestazione di occupazione abusiva di area demaniale marittima. A settembre di quell’anno parte la diffida a rimuovere l’opera abusiva. E la richiesta dell’indennizzo dovuto all’erario per l’occupazione senza titolo di beni demaniali marittimi. Si arriva allo scorso febbraio: il Comune ha avviato il nuovo procedimento per la contestazione dell’occupazione abusiva dell’area demaniale marittima.
«Di fronte all’hotel c’era una vecchia scogliera che nel tempo aveva perso la sua funzione – dice Mariani – . Ogni anno ci trovavamo costretti a far fronte ai danni delle mareggiate, allo stabilimento balneare ma con rischi crescenti anche per l’albergo. È così che dopo un sopralluogo della Capitaneria di porto venne riconosciuta la necessità di realizzare una barriera di protezione. E data l’urgenza decidemmo di farla a nostre spese. E sono serviti quattro anni per avere tutti i permessi in mano. Lì c’era una struttura che i vecchi piombinesi conoscono come porto pidocchio. Si trattava di fare una rifioritura con l’apporto di massi. Ritrovata la vecchia scogliera vennero messi i segnali per avere i riferimenti per la posa dei massi. Venne realizzato un primo braccio e poi il lavoro avrebbe dovuto essere completato dopo la stagione estiva. Per circa due anni non ho più avuto la disponibilità dei mezzi d’opera per portare a completamento l’intervento. Fino a quando la concessione per il cantiere è scaduta». Così l’imprenditore ricostruisce l’origine del problema.
«Ho chiesto in tutti i modi al Comune che cosa fosse necessario per completare l’intervento, ma in tanti anni non ho mai avuto risposte – prosegue – . Finché sono tornati alla carica con una denuncia penale, era il 2017, da cui sono stato assolto per non aver commesso il fatto». E sottolinea: «Ad oggi non è mai stato possibile avere in mano un’autorizzazione per completare l’intervento e senza un permesso non posso toccare niente. Non è certo facendomi pagare le multe tutti gli anni che si risolve il problema – conclude – . Non comprendo la mancanza di collaborazione per poter arrivare di comune accordo a una soluzione. Per assurdo mi si può dire che va tolta del tutto e a quel punto dovrò fare le mie considerazioni come albergatore».
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