All'Isola d'Elba è emergenza per le capre "inselvatichite": cosa sono, la riproduzione record e l'ipotesi sull'orgine del fenomeno
Sarebbero di razza "tibetana": il sindaco studia un piano per ridurre i disagi e parla di «eradicamento»
CAMPO NELL'ELBA. Il comune di Campo nell’Elba punta a creare un piano specifico per risolvere l’emergenza capre, che affligge la boscaglia campese del sud ovest dell’isola. Questi ungulati sembra facciano concorrenza alla nota diffusione pluriennale dei cinghiali e le caprette si sono spinte anche in paese a cercare l’erba.
La razza
Pare siano di razza tibetana in grado di riprodursi fino a tre volte l’anno e quindi cresce costantemente il loro numero. L’amministrazione comunale locale, retta dal sindaco Davide Montauti, sta affrontando il non trascurabile problema che si registra nella zona di Galenzana, Capo Poro e dintorni, regno di capre inselvatichite. La gente si chiede l’origine della questione e c’è chi dice tutto può essere partito da un tentativo di allevamento finito poi fuori controllo. Ma l’origine del fenomeno non è certa.
Il piano
E il piano d’azione comunale partirà dal quantificare tale presenza ingombrante, per poi individuare soluzioni di contenimento fino ad arrivare all’inevitabile azione di eradicazione. «Ci sono stati vari incontri per l’analisi di tutto ciò – spiegano alla sede comunale di Marina di Campo– e sarà da incaricare una ditta specializzata in grado di individuare la portata di tale espansione delle capre che vanno censite. Abbiamo discusso con le varie autorità regionali competenti, anche con l’Ispra Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale del ministero, Poi con la Prefettura e anche col Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, per individuare le necessarie strategie. L’Ispra ha ufficializzato che non si tratta di animali domestici ma inselvatichiti. Saranno individuate quindi le mosse per il contenimento di questi animali, fino ad arrivare all’eventuale eradicazione».
Emergenza
Queste capre ormai si stanno diffondendo anche verso il nord-ovest, in altre località, cercano spazi vivibili nella macchia mediterranea, ma in caso di siccità, in particolare nel periodo estivo si sono spinte a frequentare il paese, per cercare aiuole o altri ambienti dove trovare erba per la propria alimentazione. Sono state avvistate anche nella piazza dove esiste il monumento alla memoria di Sandro Pertini e altrove. Tutto ciò in un’Elba che già è alle prese da lustri con migliaia di cinghiali e in altre parti esistono pure i mufloni. Un’isola che ha bisogno di soluzioni concrete, come chiedono gli ambientalisti ma pure la gente stessa che vive nei vari paesi in quanto vanno evitati altri danni alle colture, provocate dai cinghiali innanzitutto, poi capitano anche incidenti stradali e danni a strutture. E pure nel versante centro orientale ci sono capre in libertà. Forse L’Elba sta diventando un grande zoo all’aperto per ungulati.