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Piombino, Terminal gas, i livelli di formaldeide superano i limiti prescritti dall’Aia

di Gabriele Buffoni

	L’installazione del nuovo catalizzatore sperimentale nel camino E4 del rigassificatore di Piombino e la nave rigassificatrice alla banchina est della darsena nord del porto (foto Paolo Barlettani)
L’installazione del nuovo catalizzatore sperimentale nel camino E4 del rigassificatore di Piombino e la nave rigassificatrice alla banchina est della darsena nord del porto (foto Paolo Barlettani)

Snam rassicura: «I parametri restano comunque all’interno dei limiti nazionali». Avviata la revisione dell’autorizzazione mentre si installano nuovi catalizzatori

30 luglio 2024
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PIOMBINO. Una concentrazione di formaldeide emessa nell’aria più alta di quanto stabilito dall’Aia (l’autorizzazione integrata ambientale) per tre dei quattro camini di cui è munito il rigassificatore di Piombino. Valori che hanno fatto partire lo scorso 30 maggio una diffida da parte della direzione generale valutazioni ambientali del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica per l’inosservanza delle prescrizioni autorizzative riscontrata dall’Ispra (l’istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale). E alla luce dei quali è scattato anche il via a un procedimento di riesame parziale della stessa autorizzazione integrata ambientale «per valutare la necessità - si legge nel documento ministeriale - di definire in modo univoco i valori limite per gli inquinanti formaldeide e metano, anche tenendo conto di quanto previsto dal piano di qualità dell’aria per la Regione Toscana».

Preoccupazione in città

Così mentre Snam Fsru Italia ha prodotto e comunicato a tutti gli enti competenti la documentazione richiesta dall’Ispra e dal Ministero in seguito alla diffida, in città ha iniziato a crescere la preoccupazione: la formaldeide, infatti, è stata indicata fin dal 2004 dallo Iarc (l’agenzia internazionale per la ricerca sul cancro) tra i composti del gruppo 1, ovvero ritenuti "cancerogeni certi". Di cui pertanto è raccomandabile un livello di concentrazione il più basso possibile: l’Organizzazione mondiale della sanità ha fissato il valore guida in 100 microgrammi al metro cubo. Per quanto i livelli registrati si siano comunque sempre attestati al di sotto di questa soglia, resta il fatto che le emissioni rilevate costituiscano un impatto sull’ambiente. Al punto che la stessa Snam si è prodigata per porvi rimedio nel più breve tempo possibile, riuscendo entro la prima metà di luglio a compiere un primo – e forse già risolutivo – intervento sull’impianto.

Le rilevazioni

Tutto nasce da alcuni monitoraggi effettuati da Ispra il 15 e il 16 maggio scorsi. Un’attività ritenuta ordinaria ma dalla quale sono emersi i risultati degli auto-controlli effettuati da Snam Fsru Italia sull’impianto: da questi si evince con facilità il superamento del parametro relativo alla formaldeide rispetto a quello prescritto nell’Aia che ha dato il via libera all’attività del rigassificatore (fissato a una soglia di 20 microgrammi al metro cubo).Nello specifico, da vari monitoraggi effettuati tra il 15 novembre 2023 e l’8 febbraio 2024 i valori per tre dei quattro camini a disposizione della nave rigassificatrice risultano spesso anche oltre il doppio rispetto al consentito, passando da un minimo di 31,4 microgrammi al metro cubo fino a un massimo di 77,4 microgrammi al metro cubo.

L’intervento di Snam

Se per tre camini i valori sono sempre stati al di sopra della soglia prevista dall’Aia, il quarto camino del rigassificatore (denominato E4) ha invece mantenuto valori costantemente al di sotto dei 20 microgrammi per metro cubo. E questo perché da settembre 2023 è stato dotato di un catalizzatore sperimentale al platino per il contenimento delle emissioni in grado di evitare anche una dispersione eccessiva nell’aria di formaldeide. Al punto da non superare mai i 16,4 microgrammi per metro cubo. Proprio per questo nelle ultime settimane - secondo quanto riportato in una comunicazione di Snam Fsru Italia al Ministero datata 11 giugno - la società che gestisce il rigassificatore ha attuato «un immediato intervento di contenimento della formaldeide prevedendo che l’esercizio del terminale di rigassificazione Fsru Piombino avvenga mediante l’impiego del solo motore a cui è associato il camino E4» e individuando come soluzione tecnica «l’inserimento di un catalizzatore al platino anche nei camini degli altri motori, qualora risultasse efficace dai dati di monitoraggio». Un’operazione che si è conclusa proprio nei giorni scorsi: il 15 luglio - come conferma l’azienda - i nuovi catalizzatori sono stati installati anche nell’ultimo dei camini rimasti. Facendo così partire la fase di raccolta di dati da presentare anche in sede di revisione parziale dell’Aia.

«Le richieste di riesame di autorizzazione integrata ambientale sono prassi correnti nei primi anni di esercizio di impianti industriali, a maggior ragione per i rigassificatori come quello di Piombino dotati di componenti come i motori marini che presentano caratteristiche diverse rispetto a quelle degli impianti a terra – spiegano da Snam, contattata dal Tirreno – dopo quasi un anno di attività si conferma la necessità prevista nel decreto di definire e monitorare il limite emissivo di alcuni parametri che, anche attraverso appositi catalizzatori che Snam ha provveduto a installare, sono ampiamente all’interno dei limiti nazionali - rassicurano dalla multinazionale - la procedura di riesame, avviata a maggio, mira quindi a confermare il limite emissivo e a definire le procedure e le periodicità dei relativi monitoraggi».

Le reazioni politiche

Nonostante le rassicurazioni di Snam Fsru Italia, il Comune di Piombino si è subito attivato «per approfondire tutti gli aspetti tecnici sul caso - dichiara il sindaco Francesco Ferrari - l’aspetto ambientale ha caratterizzato un punto fermo per la nostra amministrazione negli ultimi cinque anni e lo sarà anche nel futuro. Questo superamento dei parametri indicati nell’autorizzazione originaria rimarca che le preoccupazioni che il Comune si è trovato ad affrontare, da solo, durante tutto l’iter autorizzativo erano alla fine fondate: il rigassificatore ha un impatto a livello ambientale, come avevamo denunciato più e più volte. E adesso non abbiamo intenzione di soprassedere: chiediamo che venga valutato ogni potenziale rischio – conclude Ferrari – e ci sembra assurdo che la soluzione a questo superamento dei parametri indicati nell’Aia sia andare ad avviare la procedura per modificare quegli stessi parametri che sono stati disattesi: se ci sono delle prescrizioni vanno rispettate con i dovuti accorgimenti tecnici». Sull’argomento si è espresso anche l’ex candidato sindaco di Progetto Piombino Luciano Parodi. «Invece di spot elettorali ed inaugurazioni di opere di manutenzione ordinaria - dichiara - sarebbe necessario che l’amministrazione relazionasse ai cittadini quanto sta accadendo. E soprattutto l’attuale sindaco, se era conoscenza in campagna elettorale di quanto stava accadendo intorno alla Golar Tundra, doveva avvisare i cittadini invece di tacere e rinunciare a impugnare al Consiglio di Stato la sentenza del Tar».

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