Il circolo Arci, da 60 anni anima del quartiere e simbolo di democrazia
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I dirigenti del circolo; da sinistra il segretario Ettore Puccini, il presidente Bruno Tongiorgi e il consigliere Mauro Pasquinelli; a destra la Provinciale ancora in terra battuta 3 MINUTI DI LETTURA
PIOMBINO. A raccontare la storia del circolo Arci sono Ettore Puccini (segretario), Bruno Tongiorgi (presidente) e Mauro Pasquinelli (consigliere). Ecco i loro ricordi. I fondatori del circolo Il circolo è stato fondato intorno al 1950 da 4 cacciatori, Mario Ferri, Bruno Fedeli, Otello Stefanini e Gino Bellucci. Sistemarono una stanza per il tempo libero: portarono un acquaio, una damigiana di vino, qualche bicchiere, un tavolino per fare la partita e stare un po' insieme tra amici. Poi pian piano i bicchieri aumentarono e venne organizzata qualche cacciata in Sicilia o in Sardegna. Verso la metà degli anni Sessanta diventò Circolo Arci. Nei primi anni Cinquanta nella struttura dove adesso c'è il Circolo c'era un asilo gestito dall'Udi (Unione donne italiane), una latteria e un corniciaio che sono restati anche quando il Circolo ha preso i locali dell'asilo. Quando i soci si frugarono nelle tasche L'immobile era in affitto da una signora che intorno al 1987 decise di vendere. Fu allora che dopo assemblee e riunioni decidemmo di acquistarlo noi. In quegli anni la portineria delle acciaierie qui al Cotone era stata chiusa e non c'era più il passaggio continuo di operai e di pullman per cui c'era il rischio che le entrate del Circolo non coprissero la spesa che stavamo per sostenere. A quell'epoca avevamo circa 200 soci e chiedemmo loro di "frugarsi" per sovvenzionare l'operazione. Aderirono nella quasi totalità. Questo ce lo ricorderemo sempre. Nell'arco di alcuni anni abbiamo restituito i soldi a tutti, escluse quelle persone che non hanno rivoluto indietro nulla, che non sono state poche. Le firme per la chiusura della cokeria Siamo sempre stati attenti alle problematiche della città e del quartiere: quando il sindaco ha deciso di chiudere la 27 forni, la cokeria, che determinava la gran parte dell'inquinamento del quartiere, l'azienda ha fatto pesare la questione occupazionale. Noi abbiamo raccolto circa 400 firme a sostegno dell'iniziativa del sindaco e le abbiamo consegnate in Comune. Anche grazie a questo la chiusura della cokeria è stata portata a termine migliorando molto la qualità dell'aria in questa zona. Gli stranieri Il rapporto con gli stranieri non è mai andato molto bene. Anche l'associazione Samarcanda aveva provato a mettere uno sportello settimanale ma credo non sia mai venuto nessuno. Fino a che non ci sarà un po' di integrazione ognuno continuerà a fare comunella per conto proprio: senegalesi con senegalesi, marocchini con marocchini, quelli dell'est con quelli dell'est... Del resto lo facciamo anche noi italiani. Abbiamo il trofeo Fabio Lunghi al quale invitiamo una squadra di immigrati a partecipare ogni anno. Ma poi la cosa finisce lì. Bisogna puntare ad una maggiore integrazione, magari valutando anche di abbassare il costo della tessera per agevolare l'iscrizione degli stranieri. Momenti da ricordare Fino a qualche anno fa organizzavamo le gite sociali. Siamo stati all'acquario di Genova, sulle crete senesi, ai Castelli romani. Le gite le abbiamo interrotte per questioni economiche ma facciamo ancora dei pranzi sociali e delle mostre, per esempio la mostra dei funghi organizzata di recente o di minerali che organizzeremo a breve. Un momento molto bello di democrazia partecipata è quando abbiamo fatto l'assemblea per l'approvazione dello statuto: c'erano tantissimi soci, cosa non scontata, e c'è stata una bella discussione per arrivare all'approvazione. Abbiamo fatto un ottimo lavoro col contributo di tutti e votato all'unanimità. Lo scopo principale del circolo è promuovere socialità e partecipazione e contribuire alla crescita culturale e civile dei propri soci come dell'intera comunità realizzando attività culturali, sportive, turistiche e ricreative nonché servizi.