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Allerta meteo arancione, polemica a Montecatini: «Quella di sabato un’ordinanza sproporzionata e priva di logica». I motivi


	Luca Baroncini
Luca Baroncini

Una decisione contestata da Luca Baroncini, ex sindaco, adesso consigliere di minoranza della Lega

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MONTECATINI. Niente cinema e teatro. Nè eventi come quella del Fai che prevedeva la visita al vecchio salone del Kursaal e al monastero delle Benedettine a Montecatini Alto. Un’ordinanza, quella emanata dal sindaco Claudio Del Rosso in seguito all’allerta arancione dichiarata dalla protezione civile per il maltempo, che sabato sera ha portato anche alla cancellazione dello spettacolo dei comici Ale e Franz al Teatro Verdi.

Una decisione adesso contestata da Luca Baroncini, ex sindaco, adesso consigliere di minoranza della Lega, e Karim Toncelli, che la giudicano sproporzionata e causa di rilevanti danni economici.

«Con un’ordinanza sproporzionata e priva di logica, il sindaco Claudio Del Rosso ha deciso di chiudere non solo le scuole, ma anche palestre, cinema e teatri a seguito di un’allerta meteo arancione – accusano – Un provvedimento che non trova alcuna giustificazione razionale e che rappresenta un grave danno per i cittadini e per molte attività economiche della nostra città».

L’ordinanza si è ripresentata dopo quella del sabato precedente, ma questa volta il maltempo non ha causato danni.

«Purtroppo, le allerte arancione non sono un’eccezione, ma una realtà con cui conviviamo ormai da anni – continuano Baroncini e Toncelli – verificandosi svariate volte l’anno. È impensabile che ogni volta si arrivi a chiusure di questa portata, che non sono state ovviamente applicate nella quasi totalità dei comuni limitrofi, dove invece si è scelto di intervenire con buon senso e proporzionalità. La decisione del sindaco appare ancora più incoerente se si considera che palestre, cinema e teatri sono spazi al chiuso, dove il maltempo non rappresenta un rischio diretto. Se la preoccupazione fosse stata la viabilità, allora si sarebbero dovuti chiudere anche negozi, bar e ristoranti. Invece, questi ultimi (e menomale) sono rimasti aperti, dimostrando il paradosso del provvedimento: perché un cittadino può andare a fare la spesa ma non può allenarsi in una palestra al chiuso? Perché un centro estetico può lavorare mentre un cinema deve restare chiuso? Non c’è nessuna logica in queste scelte, se non quella di creare disagi inutili».

Un’ordinanza definita un errore che non dovrà ripetersi. «Se il problema fosse stato il rischio di eventi estremi, come la caduta di alberi o smottamenti – concludono – avrebbe avuto senso vietare eventi all’aperto, come è stato fatto altrove. Ma chiudere palestre e cinema è privo di senso in allerta arancione e più che mai se non c’è una linea comune a tutti i comuni dell’area vasta. Il sindaco non è l’imperatore. Ascolti il territorio e adotti misure coerenti, ragionate e condivise con i colleghi almeno della Valdinievole se non della provincia».

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