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Pescia, San Michele scalda i suoi arcieri. «Trasmettiamo valori e rispetto, il Rione è un punto d’incontro»

di Maria Salerno
Pescia, San Michele scalda i suoi arcieri. «Trasmettiamo valori e rispetto, il Rione è un punto d’incontro»

Martedì 27 agosto alle 20,30 la cena propiziatoria nel giardino del Conservatorio San Michele

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Pescia “Fieri dei nostri colori, orgogliosi dei nostri arcieri, uniti come una famiglia”. Così gli appartenenti al Rione San Michele, sulle cui insegne campeggia il drago verde in campo oro, si descrivono sulla loro pagina social. A confermare il forte spirito di cooperazione all’interno del Rione, è la sua presidente Serena Fantozzi. «Molta gente va e viene – afferma – c’è chi rimane in maniera abbastanza stabile, tutto dipende dal tipo di impegno che può offrire perché la vita rionale non smette mai in realtà, è una specie di secondo lavoro, ma il Rione è e rimane una grande famiglia, dove ci si sostiene a vicenda e si cerca di aiutarsi per quello che è possibile».

Fantozzi è al secondo anno di presidenza, ma in realtà aveva già rivestito l’incarico sei anni fa e fa parte del San Michele dal lontano 1985, quando poco più che bimba entrò come tamburina. «Sono sempre stata affezionata al Rione, porti in giro questi colori e alla fine diventano i tuoi, c'è un senso di appartenenza veramente forte. Poi c’è da dire che oggi la gente non si incontra più e invece la vita rionale consente proprio questo – spiega – è un punto di incontro, anche per i più giovani. Il nostro compito è tirarli su a modo, con educazione e trasmettendo loro dei valori come il rispetto dell’altro e la non violenza».

La convivenza di più generazioni all’interno del Rione è ciò che di fatto ne garantisce la sopravvivenza. «I più anziani cercano di insegnare ai più giovani – prosegue Fantozzi – così che si possa andare avanti». Un gruppo nutrito quello del San Michele, di cui fanno parte un centinaio di persone, anche se magari non saranno tutti a sfilare nel corteo di domenica, ma ognuno dà il suo significativo apporto. L’aspettativa nei confronti della disfida - è quasi superfluo dirlo - è quella di portare a casa la vittoria. «Ce la metteremo tutta ovviamente – evidenzia la presidente – ma la vittoria è influenzata da diversi fattori, non è che uno è bravo e automaticamente vince, l’emozione è sempre molto forte e quasi sempre è lei che decreta le sorti del Palio». Fantozzi sottolinea, inoltre, il grande sforzo cui ciascun Rione è chiamato per organizzare al meglio l’evento di domenica 1 settembre. «Quest’anno ho avuto la sensazione che sia stato particolarmente difficile, ogni giorno ci siamo misurati con un problema nuovo, una volta relativo alla sicurezza, un’altra al servizio di vigilanza». C’è qualche aspetto che potrebbe essere migliorato nella preparazione di questa manifestazione? «Sì, l’aspetto promozionale – non ha dubbi a tal proposito la presidente del San Michele – forse è proprio a causa della scarsa pubblicità che da fuori si registra poca affluenza. Il Palio andrebbe pubblicizzato di più, già all’inizio dell’anno secondo me, come si fa col Carnevale di Viareggio, conclusa un’edizione si promuove subito la successiva. E poi sarebbe bello avere maggiore riconoscenza per quello che facciamo da parte dei cittadini e soprattutto maggiore sopportazione, se magari si sfora di 5 minuti con le prove e c’è un po’ di trambusto».

Qual è il punto di forza del San Michele, chiediamo. «L’umiltà». E il punto debole? «Siamo troppo generosi, si dà tutto a tutti e capita che qualche volta la roba non ci torni indietro». Dopo la Ferraia (ieri sera), toccherà al Rione San Michele convocare dame e messeri alla cena propiziatoria che si svolgerà oggi a partire dalle 20,30 nel giardino del Conservatorio San Michele. «Il Rione è aperto a tutti – ricorda Serena Fantozzi – e ci si sta proprio bene. Insomma, a venire al Rione è tutto di guadagnato». l


 

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