Carrara, rubati attrezzi agli scalpellini storici: i colleghi lanciano l’idea della colletta per aiutarli
I furti sono stati messi a segno lungo la via Carriona. Portati via flessibili e trapani in due laboratori
CARRARA. Sono sia eroici che “in estinzione” gli scalpellini carrarini, ovvero quegli artigiani del marmo che – talvolta – plasmano la pietra molto più e molto più spesso degli artisti-tout court-che tanta fama il mondo riconosce loro. Ebbene parte una colletta per due di loro, entrambi con la propria storica fucina artigiana in via Carriona. Per raccogliere soldi, sì, per aiutarli a ricomprare – senza troppa fatica e chetando l’amarezza – quegli insostituibili attrezzi da lavoro che sono spariti. Rubati.
Dove
Ignoti ladri sono entrati in due laboratori di marmo. Siamo sulla via Carriona all’imbocco per Caina. Scendendo, sulla destra, si trova subito l’Atelier Carrara di Andrea Lugarini e, procedendo per un centinaio di metri o poco più – sulla sinistra – si apre il cancello del primo laboratorio visitato notte-tempo, probabilmente, da sconosciuti-malintenzionati: è quello di Daniele Spinetti; andando ancora avanti per qualche centinaio di metri, dopo l’imbocco per la Salita San Rocco e prima del ponte della Bugia, c’è il laboratorio di Riccardo Vanelli, luogo della seconda razzìa.
La ladreria
Racconta quel che è successo il vicino di laboratorio e collega Lugarini, nei cui locali ladri si erano intrufolati qualche tempo fa, tant’è che si è attrezzato con telecamere per la sicurezza all’interno della sua attività: «Presumibilmente – dice – approfittando della chiusura per le festività pasquali e forse nella notte tra sabato e domenica, ladri sono entrati sia nel laboratorio di Spinetti che nel laboratorio di Vanelli. Hanno portato via flessibili, trapani, attrezzi per la tornitura; da Vanelli si sono presi anche dei “dischetti”». «Non è sicuramente un dispetto – dice qualche altro collega che lavora sulla via Carriona, altrimenti, forse, non sarebbe stato un doppio furto ma ad personam – ma è una ladreria senza-senso: usa quegli strumenti solo chi fa questo mestiere». Fatto sta che senza la cassetta degli attrezzi un artigiano non lavora. Non saranno pezzi “costosissimi” ma sicuramente l’acquisto – il riacquisto di essi – comporta un investimento imprevisto che certo non fa bene ai micro-bilanci di queste imprese micro.
La proposta
«E allora dico – lancia l’idea Lugarini – facciamo una colletta per questi due artigiani del marmo. Siamo gli ultimi rimasti, questo è un mestiere che non fa più nessuno», va da sé, che occorre tendersi la mano. Alla colletta, ovviamente, possono partecipare non solo i colleghi, ma tutti: carraresi, residenti sulla via Carriona, chi sente un’affezione per chi porta avanti il mestiere che – insieme a quello del cavatore – meglio identifica la tradizione locale. In due parole: fatevi avanti, perché «potrebbero volerci su per giù duemila euro – dice qualche altro collega mentre sospende il lavoro per qualche minuto – per comprare tutto l’occorrente. Ultimo appello: «Chissà se chi abita da queste parti ha visto qualcosa. ..».