Fabio Talin: «L’aeroporto del Cinquale come Malpensa in miniatura». Ecco come sarà: foto
Parla l’imprenditore alla guida del gruppo TrueStar. Il progetto prevede un terminal su più piani dove troveranno spazio 120 attività e potranno lavorare circa 150 persone
MASSA. L’obiettivo è ambizioso: cambiare completamente il volto dell’aeroporto di Massa-Cinquale. Trasformando quello che è un piccolo scalo di provincia in un «terminal vero e proprio», munito di servizi e spazi dedicati a ristoranti, negozi, eccellenze locali. Insomma, una vetrina a 360 gradi del territorio.
«Immagino un aeroporto, come Malpensa, solo in miniatura». A parlare è Fabio Talin, imprenditore vicentino (è originario di Valdagno) ma residente in Svizzera, ex pilota di auto da corsa (è arrivato fino alla Formula 3) e alla guida dell’impero TrueStar, colosso mondiale da oltre trent’anni nel settore dell’imballaggio bagagli negli aeroporti. C’è la sua mano dietro alla maxi-offerta presentata al Comune di Massa dalla TrueStar Real Estate (società attiva nel ramo immobiliare di lusso, con sede a Saint Moritz) per la gestione dell’aeroporto per i prossimi 15 anni: un canone annuo di 166.300 euro (Iva esclusa), oltre 11 volte superiore alla base d’asta stabilita in 15mila euro.
Signor Talin, cosa l’ha spinta a investire su questo aeroporto?
«La nostra è una realtà molto affermata, sia per l’esperienza ultratrentennale in ambito aeroportuale che in campo immobiliare, non solo in Svizzera ma anche sulla riviera versiliese: proprio due mesi fa abbiamo avuto gli ultimi permessi per un progetto a Fiumetto, in via Duca d’Aosta, che partirà dopo Pasqua e vedrà nascere in 3.500 metri quadrati d’area un hotel e varie residenze. Quindi conosco bene la realtà della zona e il suo tipo di turismo. Credo per questo che l’aeroporto di Massa-Cinquale abbia un potenziale del tutto inespresso: da decenni è lasciato praticamente a se stesso ma è una superficie importante, oltre 200mila metri quadrati praticamente fronte mare che rappresentano un’opportunità da valorizzare, una vetrina per tutto il territorio. Servono capitali importanti per trasformarlo, ed è un processo che richiede tempo, ma siamo pronti a investire».
Quai interventi avete in programma di attuare?
«Intanto, nel breve-medio termine, vorremmo riallungare la pista agli originari 720 metri e realizzarla in asfalto, non più in erba come ora. Per quanto riguarda le strutture, l’idea è poi quella di allestire un ampio parcheggio auto da affiancare a un terminal di 300 metri di lunghezza per 35 metri di larghezza, sviluppato su più piani: qui contiamo di ricavare spazi, all’interno, per circa 100-120 punti vendita che possono essere negozi di vario tipo, ristoranti e attività di servizi. Questa terminal, sono convinto, sarà di forte richiamo per tutti. E offrirà anche lavoro: stimiamo possibilità d’impiego per circa 150 persone in tutta la struttura».
Che tipo di voli contate di attirare? E che sviluppo avrà questo aeroporto per il turismo?
«L’idea alla base del nostro progetto è lo sviluppo di un avio-turismo versiliese e apuano, sull’esempio di quello già molto ben sviluppato nel nord dell’Europa. Ovviamente di voli di linea non si può parlare, ci concentreremo sui voli privati e sui charter per valorizzare un turismo di fascia medio-alta, con aeroplani a elica o turboelica che arrivano anche a 12 passeggeri ciascuno. L’obiettivo è piazzarci sul mercato di Paesi come Svizzera, Austria, Germania, Spagna e Francia, creando un ponte diretto con la costa toscana. A questo si affianca la scuola di volo e di paracadutismo che vogliamo ampliare, anche come volano per un turismo da destagionalizzare, e la possibilità di usare gli spazi dell’aeroporto anche per maxi-eventi, ad esempio concerti».
Vi affiderete a un comandante per la gestione?
«Abbiamo già tre professionisti identificati e disponibili ad assumersi l’incarico».
Vi basteranno 15 anni?
«Contiamo su questi 15 anni, poi visto l’investimento in altri 15 anni di rinnovo: sarà costituita una società ad hoc e italiana, “figlia” della TrueStar Real Estate. Vogliamo fare qualcosa per il territorio, che lo rispetti e che lo valorizzi».
Numeri alla mano, la vostra offerta ha sbaragliato le altre (la seconda classificata si aggira sui 20mila euro): come pensate di rientrare nell’investimento?
«In realtà la ritengo congrua. Anzi, le dirò: reputo quasi irrispettoso che altre realtà lo abbiano svalutato. Penso che sia giusto che in un’operazione del genere si debbano cercare degli equilibri tra chi investe e il territorio: un win-win per cui va dato il giusto valore alle cose. È chiaro che, avendo fino a oggi guadagnato praticamente zero da quell’aeroporto, la nostra offerta possa sembrare gigantesca. Ma resto convinto che sia la cifra più congrua. E che una volta fatti gli investimenti, confidando nella collaborazione anche da parte delle istituzioni, porteranno a un rientro importante per tutti».
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