Il Tirreno

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Sos erosione, il sindaco dal ministro: «Salviamo il litorale massese». C’è un piano sperimentale

di Gabriele Buffoni
Nella foto qui sopra l’ultima mareggiata a Ronchi, dove il mare ha colpito duramente il Bagno Europa (foto Claudio Cuffaro)
Nella foto qui sopra l’ultima mareggiata a Ronchi, dove il mare ha colpito duramente il Bagno Europa (foto Claudio Cuffaro)

Persiani da Pichetto Fratin: sul tavolo il tema ripascimenti

13 ottobre 2024
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MASSA. Le immagini della costa mangiata dal mare, fin quasi al punto di far arrivare le onde alle fondamenta delle strutture degli stabilimenti balneari, finiranno sul tavolo del ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin. A portarle all’attenzione del governo Meloni sarà lo stesso sindaco di Massa, Francesco Persiani. Deciso a trascinare la questione del litorale massese in via di estinzione – da tempo posta sotto i riflettori dal Comune – a un livello nazionale, dopo anni di sostanziale impasse.

L’incontro al ministero

L’indiscrezione è di quelle che hanno un certo peso. A giorni infatti nell’agenda di Persiani – probabilmente a metà della settimana che si aprirà domani – sarebbe programmato un faccia a faccia con il ministro Pichetto Fratin a Roma. Quello dell’erosione non sarà certo l’unico argomento che animerà l’incontro, ma vista lo stato critico in cui versa la costa (aggravato ancor di più dalle ultime mareggiate) sarà certamente tra i temi più pressanti di cui il primo cittadino discuterà con Pichetto Fratin, presentandogli anche la necessità di interventi di ripascimento strutturali.

In questo senso la richiesta da parte del Comune di Massa «è che questa annosa e problematica situazione si sblocchi – fanno sapere dal municipio – più volte l'amministrazione negli anni si è appellata a Provincia e Regione senza però venire coinvolta di fatto negli interventi effettuati sulla costa, se non per qualche caso "a spot" risultato alla fine solo un tampone inefficace». Dal Comune fanno sapere quindi di avere «le mani legate», sia perché per intervenire in modo strutturale servirebbero ingenti risorse – che non possono trovare riscontro nelle casse comunali – sia per una questione di competenza (visto che i lavori relativi alla costa spetterebbero alla Regione o, al più, al governo nazionale). Proprio in quest'ottica, l'imminente incontro tra il sindaco e il ministro vuole puntare ad accendere un faro sulla situazione di Massa, affinché si possa finalmente muovere qualcosa per salvare la costa massese.

«Serve prima chiarezza»

La questione però è complessa. E pensare che un faccia a faccia, seppur col ministro, possa risolverla è impensabile. Anche perché «è la Regione che è titolata a intervenire – dichiara il deputato massese della Lega Andrea Barabotti – ma negli anni la situazione si è andata incancrenendo. Intanto bisognerebbe superare le restrizioni dei confini territoriali che hanno creato questo inutile spezzatino di progetti rimasti alla fine inconcludenti, e ripensare gli interventi a protezione della costa con una visione a livello più ampio. Inoltre è necessario fare chiarezza sullo stato attuale delle cose. Da anni – prosegue – c’è un master-plan regionale con un progetto per il litorale massese ancora in fase di elaborazione: un progetto che forse necessiterebbe anche di un aggiornamento. Non solo, nel frattempo si è a lungo parlato di un protocollo d’intesa tra Regione, Comuni e Autorità di sistema portuale che comprendesse la questione dei ripascimenti. Eppure è un documento fumoso, dove non si stabiliscono ruoli e responsabilità né quante risorse siano disponibile o dove reperirle. Allora – conclude – prima chiariamo tutto questo e si coordini questo protocollo con il master-plan, poi anche il governo riuscirà a intervenire attraverso l’Autorità portuale. Dato che è ormai risaputo – spiega Barabotti – che tra le principali cause del fenomeno c’è l’influenza del porto di Marina di Carrara».

Nuova sperimentazione

Ma in tutto questo marasma, la Regione non sembra rimanere con le mani in mano. Anzi. «Vogliamo portare avanti una sperimentazione proprio sul litorale massese – spiega il consigliere regionale Pd Giacomo Bugliani – si tratta di una strada alternativa a quella ipotizzata nel progetto presente nel documento operativo della difesa della costa, varato nel 2016 e per il quale sono stati previsti circa 27 milioni di euro di finanziamento iniziale». Il piano d’azione – ancora in fase di progettazione – prevederebbe infatti la creazione di isolotti a mare per deviare le correnti. Ma questa ipotesi non mette d’accordo tutti i balneari «con cui a breve – spiega Bugliani – ho intenzione di convocare un tavolo, insieme a Regione e Comune, per valutare quale soluzione sia la più giusta per la nostra costa». Nel frattempo però, spazio alla sperimentazione: una via alternativa per deviare le correnti tramite barriere soffolte in grado di garantire la difesa del litorale e il conseguente ripascimento. «Ne ho già parlato con il presidente Giani – spiega Bugliani – e ha dato disponibilità a stanziare le risorse necessarie nel 2025». Si parla di una cifra di poco inferiore al milione di euro per vagliare in una porzione ridotta di costa un’alternativa «sicuramente meno impattante – conclude – e che altrove ha già ottenuto risultati soddisfacenti».

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