Il Tirreno

Il caso

Cadavere nei boschi: Salvador, la lettera e quella capanna. I nuovi indizi del mistero di Noceto

di Giovanna Mezzana

	I resti del cadavere e Salvador
I resti del cadavere e Salvador

Carrara: il corpo sarebbe stato trovato sul tetto, in terreni di proprietà di un 56enne sparito dall’inizio di luglio. Siamo andati a Castelpoggio: ecco cosa è emerso dai racconti dei residenti

23 settembre 2024
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CARRARA. Si infittisce il mistero del ritrovamento di un cadavere, in uno stato di decomposizione avanzata, nei boschi sopra il borgo di Noceto: siamo alle pendici delle Apuane, a nord-est di Carrara. Due sono i dettagli che emergono non dalle indagini – svolte dalla polizia di Stato del Commissariato di Carrara – bensì da ciò che si mormora nel paese di Castelpoggio: qui siamo, del resto, a due passi da Noceto. Primo: il luogo in cui il corpo è stato ritrovato – da un fungaiolo, sabato – sarebbe, il condizionale è d’obbligo, in un terreno di proprietà privata. Secondo: il cadavere si sarebbe trovato – e anche in questo caso occorre il verbo ipotetico – non a terra, in mezzo alla vegetazione, raccontano in paese, bensì sopra il tetto di una capanna per riporre attrezzi.

L’allarme

Sono circa le 12 di sabato quando un giovane cercatore di funghi aziona il semaforo rosso. Nel giro di breve la polizia di Stato è ovunque nel borgo mignon: il corpo si trova non lontano da quello che gli escursionisti chiamano Il sentiero del soldato. La polizia di Stato lavora a lungo sui resti del cadavere, che è stato recuperato dalla stazione di Carrara e Lunigiana del Soccorso Alpino e speleologico toscano.

«L’aveva comprato lui»

Il giorno dopo, domenica, cioè ieri, a Castelpoggio non si parla d’altro. «Il terreno in cui è stato trovato il corpo è di Salvador, l’aveva comprato tempo fa con l’intenzione di piantarci alberi da frutto», si sente dire. Chi è Salvador? È un paesano “di adozione”, di origini spagnole, di 56-57 anni, scomparso nei primi giorni di luglio, tant’è che sulla pagina Facebook Non sei di Carrara se.. si legge ancora l’appello per lui, scritto da Martina Vagarekya, ma anche rilanciato da alcuni compaesani di Castelpoggio.

Alla bottega

«L’ultima volta che l’ho visto nel mio negozio – racconta al Tirreno Raffaella Lunardelli che a Castelpoggio ha una bottega di prodotti alimentari – Era il 30 giugno: ne sono certa perché avevo segnato i suoi acquisti. Poi l’ho visto anche uno-due giorni dopo, in paese, e poi è scomparso». Di lui non si è saputo più nulla, nonostante gli appelli sui social media, tant’è che tra Castelpoggio e Noceto c’è apprensione. «Spero tanto che quel corpo non sia il suo – aggiunge – Salvador viveva qui da 23 anni, parlava benissimo l’italiano, si era fatto benvolere, si arrangiava». Abitava in una casa dalle grandi vetrate, nessuno ricorda il suo cognome ma tutti lo conoscono.

La lettera

E tutti parlano di lui: «Aveva detto che andava via – si bisbiglia ancora – però pare abbia lasciato i documenti a casa. Prima di sparire, ha consegnato una lettera a una ragazza e le ha detto di aprirla due giorni dopo la sua partenza». La lettera sarebbe stata letta, secondo le modalità da lui indicate, e ci sarebbe stato scritto: “Vado via, non cercatemi”. Ecco, adesso tutti qui sperano che sia andato via davvero, magari a stare meglio.

La casina degli attrezzi

E c’è un ultimo particolare che sempre in paese viene riferito: «Quel corpo è stato trovato sul tetto di un capanno degli attrezzi; noi là non andavamo, è una zona impervia, ma crediamo che quella casupola sia stata attrezzata da Salvador». 
 

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