Il Tirreno

L’arresto

Evade dai domiciliari e offende i carabinieri: finisce in carcere

Un’immagine del video in cui il carrarese spacca lo specchietto retrovisore
Un’immagine del video in cui il carrarese spacca lo specchietto retrovisore

È un 33enne che al momento del primo arresto aveva preso a calci l’auto dei militari

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CARRARA. È finito in carcere, per evasione, oltraggio e resistenza a pubblica ufficiale, il trentatreenne carrarese che era finito ai domiciliari nei giorni scorsi proprio con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale (olte che danneggiamento aggravato); l’episodio per cui era stato arrestato e poi mandato ai domiciliari era anche diventato un video virale, perché alcune persone lo avevano ripreso mentre dava un calcio all’auto dei carabinieri e spaccava uno specchietto retrovisore. Nell’occasione, i militari dell’Arma gli si erano avvicinati mentre stava fumando uno spinello. Quando gli è stato sequestrato, ha urlato e imprecato contro l’equipaggio e poi come detto ha preso a calci l’auto di servizio, spaccando lo specchietto e procurando altri danni alla carrozzeria. Alla fine, arrivata sul posto una seconda pattuglia, era stato immobilizzato; dalla perquisizione era emerso che oltre allo spinello di marijuana, aveva nello zaino quattro coltelli, un bisturi e un dissuasore elettrico, uno strumento per autodifesa simile al taser. Tutti oggetti che non possono essere portati fuori dell'abitazione perché considerati pericolosi come le armi, infatti oltre all’arresto era scattata pure la denuncia e il sequestro di tutto quell’armamentario. Il giudice lo aveva messo ai domiciliari.

L’altro giorno però, è stato sorpreso fuori di casa dai carabinieri; come risposta, a quanto risulta, avrebbe detto che era andato a dare da mangiare a un gatto, ma in realtà l’animale non era suo e non c’era traccia di ciotole o manginme; non solo, ha ricominciato con le offese e gli insulti verso i militari dell’Arma, alla presenza di alcuni condomini ed ha spintonato uno dei carabinieri che cercava di calmarlo. Proprio alla luce del fatto che l’evasione è stata aggravata dai reati di oltraggi e resistenza a pubblico ufficiale, analoghi a quelli per i quali è già sotto inchiesta, il giudice Ermanno Di Mattia ha stabilito che deve essere disposto un aggravamento della misura cautelare; pertanto, non più domiciliari ma carcere.

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