Lucca, il paradosso dell’istituto professionale “Giorgi”: dà lavoro, ma il futuro è buio. L'appello dei dipendenti
I dipendenti dell’istituto professionale scrivono alla Provincia
LUCCA. Istituto professionale Giorgi, buoni risultati ma futuro nebuloso. I lavoratori lanciano un appello al presidente della Provincia: «Situazione insostenibile, chiediamo un incontro». Andiamo con ordine.
I cambiamenti
Il mondo della scuola è in continuo movimento. Nascono nuovi indirizzi (dal liceo del Made in Italy a quello Sportivo), prendono piede i corsi quadriennali e la settimana corta, l’intelligenza artificiale pone nuove sfide alle metodologie di insegnamento. A fare le spese di questi mutamenti sembrano essere soprattutto gli istituti tecnico professionali. Storicamente pensate per garantire competenze pratiche e un inserimento rapido nel mondo del lavoro, queste scuole – che hanno fatto la fortuna della manifattura italiana e delle piccole e medie imprese che la popolano – stanno registrando un calo costante di iscrizioni. Eppure, i loro diplomati sono spesso tra i primi a trovare un impiego stabile, in un Paese che continua ad avere un forte fabbisogno di tecnici qualificati, artigiani, operatori di settore. Il problema non sembra essere nella qualità dell’offerta, quanto piuttosto nella percezione della formazione professionale che, sin dai tempi della riforma Gentile, non gode di grande fama. Ancora oggi, scegliere un istituto tecnico o professionale è visto, erroneamente, come un ripiego, una scelta “di serie B” rispetto ai licei. A completare il quadro c’è la crescente esternalizzazione della formazione professionalizzante: sempre più spesso a colmare il gap tra scuola e lavoro sono chiamate agenzie formative private, che offrono corsi a pagamento per competenze che un tempo erano patrimonio degli istituti scolastici.
Il caso Giorgi
Ne sa qualcosa l’istituto Professionale Giorgi, che oggi conta 450 iscritti, suddivisi in 24 classi, dislocate in due distinte sedi. Stando a Eduscopio è un’ottima scuola per chi vuole inserirsi nel mondo del lavoro: l’indice di occupazione è del 74,67% a due anni dal diploma. Eppure, il numero dei nuovi iscritti per l’anno scolastico 2025/26 non è esaltante: appena 55 matricole, cifra che fa del Professionale il percorso più debole fra quelli offerti dal Polo Fermi-Giorgi, la scuola più grande della provincia, con i suoi 2.500 iscritti. Alle pre-iscrizioni di metà febbraio l’Iti contava 186 iscritti, il liceo delle Scienze applicate 65, il liceo sportivo 65.
La lettera
Non c’è solo questo: dal 2019, ovvero da quando la scuola ha abbandonato in fretta e furia la storica sede di via del Giardino botanico (problemi di agibilità dell’edificio di proprietà della Camera di commercio) gli studenti sono stati trasferiti in parte all’ex istituto dei frati di Saltocchio e in parte nell’edificio di via Santa Chiara. Quella di Saltocchio avrebbe dovuto essere una soluzione temporanea, ma sei anni dopo resta l’unica disponibile. E dire che i problemi sono evidenti: mancano le aule di laboratorio (fondamentali in questo tipo di scuola) e mancano adeguati collegamenti del trasporto pubblico. Più in generale, in questi anni i lavoratori della scuola hanno ravvisato una gestione delle sedi e degli spazi che di certo non ha avuto come obiettivo la valorizzazione del Professionale. Per questo motivo, nei giorni scorsi i rappresentanti dei lavoratori hanno scritto e inviato una lettera al presidente della provincia Marcello Pierucci. «L’assemblea sindacale delle lavoratrici e dei lavoratori del Polo Fermi-Giorgi lancia un appello urgente al presidente della Provincia e all’intera comunità scolastica, per denunciare una situazione ormai divenuta insostenibile, che mette seriamente a rischio il presente e il futuro dell’istituto Professionale G. Giorgi. Negli ultimi anni, nonostante l’istruzione professionale rappresenti una risposta concreta ai bisogni occupazionali e produttivi del territorio, una serie di scelte politiche e istituzionali, insieme a gravi disattenzioni, hanno progressivamente compromesso la sua funzione educativa e sociale, minacciando di cancellare la storia centenaria del nostro istituto».
Le richieste
Nella nota, i lavoratori indicano anche quelle che a loro avviso sono le cause del declino: laboratori chiusi e non funzionanti per mancanza di investimenti; sedi temporanee inadeguate; progressiva marginalizzazione dell’indirizzo professionale a discapito di nuovi e moderni spazi per ulteriori licei. Discutibili sono ritenute anche le scelte che si stanno concretizzando per la sede di via Santa Chiara, dove lavorano un’altra decina di classi (indirizzo elettrico e odontotecnico) del Professionale. Qui dal prossimo avranno sede il nuovo liceo quadriennale e un’ulteriore sperimentazione liceale. «Tutto questo a costo di un drastico ridimensionamento degli spazi dedicati al Professionale, privandolo di laboratori, di un intero piano e con la minaccia di un trasferimento ad una nuova sede di cui, nonostante le numerose richieste, non si sa niente». Sembra, a sentire i lavoratori, che ci sia scarsa considerazione per studenti e lavoratori di questa scuola. «Il calo delle iscrizioni non è un fenomeno casuale – si legge nella lettera inviata alla provincia – ma la conseguenza diretta di scelte miopi e della mancanza di un progetto strategico. «L’assemblea sindacale del Polo Fermi-Giorgi chiede con urgenza un incontro chiarificatore con il presidente della Provincia Pierucci per affrontare con serietà le criticità della sede e rilanciare l’offerta formativa dell’istituto».