Lucca, morto sul lavoro, la sorella di Mariano: «Non è il primo e non sarà l’ultimo»
Dolore a Pieve di Compito per la perdita del “filosofo”, già segretario di Sinistra per Capannori
PIEVE DI COMPITO. «Non è il primo e purtroppo non sarà l’ultimo. Non dovrebbero succedere queste cose. Colpito da un tronco? La dinamica non è chiara. Per me è difficile accettare che mio fratello non ci sia più».
(Chi era Mariano, l’operaio di Lucca morto sul lavoro: il racconto del collega)
È un silenzio che sa di tragedia quello che avvolge la casa nella campagna di Pieve di Compito dove abitava Mariano Martinucci, l’operaio forestale ucciso mercoledì da un tronco d’albero in un cantiere nel Padovano. Dal cancello alla residenza decine di ulivi costeggiano la strada di accesso. I familiari di Martinucci chiedono comprensione. Di più non si sentono di dire. La porta si richiude in un privato segnato dal dolore.
Dalla parte dei deboli
Mariano, 48enne, aveva sempre coltivato la sua visione del mondo dalla parte dei più deboli. Già segretario di “Sinistra per Capannori”, candidato non eletto nel 2009, di lui l’ex assessore Alessio Ciacci dice: «Abbiamo fatto tante iniziative insieme su ambiente e sfruttamento dei lavoratori». Sul luogo della tragedia in provincia di Padova anche il titolare della ditta di Guamo, Paolo Massoni: «Mariano lavorava con noi da cinque anni. Lo avevamo soprannominato il filosofo: parlava di Socrate, Aristotele, Nietzsche, e ascoltarlo era un arricchimento per tutti. Non era solo un operatore forestale eccellente, ma anche l’intellettuale del gruppo. Ero a Cremona per lavoro quando è successa la disgrazia. Appena mi hanno chiamato, sono corso a San Giorgio in Brenta. Non volevo crederci. Un tronco… un tronco è stato il destino di Mariano». La Massoni P&M è un’impresa leader nel settore boschivo, specializzata in interventi forestali complessi, con settanta dipendenti che lavorano in tutta Italia. Martinucci era arrivato ieri mattina per occuparsi della sezionatura dei tronchi. Massoni indica una catasta, una torre di legno che ora sembra un monumento silenzioso alla tragedia. «Quella catasta è pericolosa – mormora, scuotendo la testa – e lì Mariano non doveva esserci». Le sue parole si fermano, sospese. Martinucci era un collega stimato, un uomo che non passava inosservato.
Rabbia
Sull’ennesima morte bianca Flai Cgil Toscana, Flai Cgil Lucca e Cgil Lucca «esprimono il proprio cordoglio alla famiglia e ai suoi compagni di lavoro. Spetterà alla magistratura accertare la dinamica e le responsabilità, ma per noi l’aspetto centrale è un altro: per quanto tempo ancora saremo costretti a piangere le vittime di questo massacro quotidiano? Perché, nonostante gli avanzamenti tecnologici, le morti sul lavoro continuano a aumentare? C’è una responsabilità politica e istituzionale che non può essere elusa, chi ha assunto l’onere di governare il Paese cosa sta facendo per interrompere questo stillicidio?».