Salute
La storia di Franco Isola, il primo italiano a entrare nella Trieste ritornata tricolore
Il “primato” dell’89enne: «Sapevo che stavo facendo qualcosa che sarebbe rimasto nel tempo»
CAPANNORI. È diventato un simbolo che potrebbe stare nelle pagine dei saggi storiografici. Uno di quei protagonisti nel ruolo di anonimi testimoni che la sorte vuole collocare sul palco della storia. Magari in posizione defilata, ma presenti. A Trieste lo ricordano e lo festeggiano ancora a distanza di 70 anni da un evento entrato negli annali del passato recente nazionale. Lui, all’epoca 19enne, si ritrovò protagonista di un passaggio cruciale rimasto scolpito tra le date cardine dell’unità nazionale, il ritorno di Trieste all’Italia la mattina del 26 ottobre 1954.
Franco Isola, 89 anni, capannorese, quel giorno alle 7 era alla guida della campagnola grigioverde che apriva l’autocolonna proveniente da Forlì, con a bordo il colonnello Giovanni Berlettano, comandante dell’82° Reggimento Fanteria. Il giovane autiere Isola fu il primo italiano a entrare nella città che tornava sotto il tricolore per effetto del “Memorandum d’intesa di Londra” siglato a quasi dieci anni dalla fine della seconda guerra mondiale.
Quell’anonimo militare agli albori della vita nel tempo ha assunto il ruolo di testimone della storia. Un simbolo declinato nel senso della pace. La biografia privata che diventa racconto di un’epoca. E una memoria del passato conservata come un patrimonio privato da mettere a disposizione del prossimo.
«Ricordo tutto come fosse ora – spiega al Tirreno – . Sapevo che sarebbe stato un evento che avrebbe fatto storia. Rivivo l’acclamazione dei triestini schierati ai lati delle strada e noi che passavamo tra due ali di folla. Gente che scendeva in strada in pigiama e che applaudiva. Sembrava una festa di liberazione e noi militari accolti come delle star. C’era pure chi cercava di strapparci le mostrine, ma era un gesto di affetto. Alla cerimonia del 70° ho rivissuto le stesse emozioni di allora».
In occasione dei 50 anni Isola aveva partecipato come ospite d’onore nella tribuna delle autorità al fianco del presidente della repubblica Carlo Azeglio Ciampi. «Anche lui era stato autiere come me» sottolinea orgoglioso il pensionato che è uno scrigno di ricordi.
Isola nei giorni scorsi, accompagnato dagli autieri di Lucca e Livorno con il presidente labronico Stefano Valdiserri, è stato ricevuto dal sindaco di Trieste Roberto Dipiazza in occasione del 70° anniversario della riunificazione della città allo Stato italiano. E ha partecipato alla cerimonia in piazza Unità d’Italia. Lo ha voluto salutare anche il presidente del Senato, Ignazio La Russa.
Emozioni e cuore a mille come quel giorno al volante della campagnola. Salutato, abbracciato, Isola in consiglio comunale segnato dalla commozione ha ricordato che «il mio più grande desiderio sarebbe poter riavere 18 anni per ripetere lo stesso percorso, per riessere ragazzo a Trieste, perché quel periodo è stato il bello della mia esistenza. Tre quarti del mio cuore è qui e qui resterà per sempre. Viva Trieste, viva i triestini, viva le forze armate e viva l’Italia».
L’ultimo abbraccio bagnato dalla commozione, Franco Isola lo ha ricevuto quando, mentre faceva colazione in un bar di Trieste prima di ripartire, una signora lo ha riconosciuto. Si è avvicinata e lo ha ringraziato per quel 26 ottobre 1954 entrato nel cuore di Trieste e nella vita di un militare che al volante di quella campagnola sapeva di entrare nella storia.
Chi è
Nato e residente per una vita a Capannori, anche se ora vive a a Veneri (Pescia), Franco Isola (nella foto al tempo della divisa) dopo aver vissuto da militare a Trieste, nel 1956 andato in congedo ha iniziato la sua carriera da civile come dipendente del Comune di Capannori.
Prima responsabile di tutto il parco automezzi, poi maresciallo maggiore – ufficiale di polizia giudiziaria, ufficiale giudiziario e cancelliere presso l’ufficio del giudice conciliatore e comandante polizia municipale. Per meriti particolari, il Comune di Capannori lo ha premiato con medaglia d’oro.
Per il suo trascorso militare si iscrive nella sezione Autieri della Garfagnana partecipando instancabilmente a tutte le iniziative ma poi per una questione logistica insieme ad altri soci, è promotore della fondazione della sezione Autieri di Lucca, nella quale tutt’oggi ricopre il ruolo di vice presidenza, e della costituzione del gruppo di Protezione Civile.
Nel 2004 a Trieste, durante i festeggiamenti per il 50° anniversario, un riconoscimento speciale è stato sicuramente il Volante d’Oro per 50 anni di guida automezzi senza aver mai avuto incidenti cosi come per il 70° il volante di diamante sempre per le migliaia di chilometri percorsi senza incidenti. È stato anche direttore di orchestra ed è attivo pure nel volontariato come segretario provinciale dell’Unione Nazionale Mutilati di guerra.
«Sì, ho fatto mille cose nella vita e sempre con grande entusiasmo» ribadisce Isola. l