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Lucca, scooteristi messi ko dal capriolo: la Regione deve risarcire

di Pietro Barghigiani
Lucca, scooteristi messi ko dal capriolo: la Regione deve risarcire

Conto di oltre 20mila euro, i giudici: «Assenza di segnalazioni di pericolo»

07 ottobre 2024
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LUCCA. Uno scooterista e la sua compagna percorrono una strada di montagna e vengono messi ko da un capriolo che sbuca all’improvviso.

Centauro e passeggera carambolano sull’asfalto dopo l’impatto con l’animale che prosegue il suo attraversamento stradale sparendo nel bosco. A riportare le lesioni più serie è la compagna, anche se entrambi finiscono in ospedale. Lei per 30 giorni non può muoversi. Lui sta un po’meglio.

Chi paga i danni

Alla fine a dover pagare i danni per l’incidente con ricovero è la Regione “colpevole” di non fatto installare la segnaletica di pericolo per il possibile attraversamento di animali selvatici. Un conto che supera i 20mila euro da versare all’assicurazione dello scooter che aveva trovato un accordo con la trasportata per chiudere la causa. E subito dopo aver staccato l’assegno alla donna ferita a causa del capriolo, la compagnia ha promosso un’azione di rivalsa verso la Regione per recuperare i soldi.

Il primo no

In primo grado in Tribunale aveva respinto la domanda sostenendo che il contenzioso andava avviato contro la Provincia. La Corte d’Appello ha ribaltato la sentenza condannando la Regione. L’incidente risale alla sera del 12 agosto 2017. Al km 17 della strada regionale 445, in località Piezza, a Gallicano, la coppia sta rientrando da una giornata in Garfagnana. Viaggia su uno scooter Kwang Yang 300 a un’andatura regolare.

L’impatto

All’improvviso un capriolo di grosse dimensioni balza sulla strada dal muro di contenimento del pendio boscoso sovrastante che si trova sul lato destro del veicolo. Cade dall’alto in basso sulla carreggiata centrando in pieno il mezzo e facendo cadere violentemente sull’asfalto i due trasportati. L’animale sparisce. La coppia rimane stesa a terra.

Scrive la Corte d’Appello che l’animale è apparso «in maniera repentina con un salto dal lato destro della carreggiata coperto da vegetazione, sul tratto stradale privo di illuminazione pubblica e di specifica segnaletica di pericolo, andando a impattare direttamente sullo scooter condotto il cui conducente non ha avuto alcuna possibilità di avvistarlo per tempo e di compiere una manovra di emergenza necessaria ad evitare l’urto». E ancora sulla responsabilità: «Le circostanze esaminate, sinergicamente valutate, consentono in definitiva da un lato di ritenere superata la presunzione di colpa a carico del conducente e dall’altro di affermare la responsabilità dell’ente (Regione, ndr) che non ha allegato alcuna circostanza tale da integrare il caso fortuito, in particolare di aver adottato le cautele necessarie al fine di prevenire ed evitare la verificazione di sinistri stradali cagionati da comportamenti della fauna selvatica, come quello in esame, a loro volta frequenti, prevedibili e prevenibili».

«Spetta alla Provincia»

Dal canto suo la Regione anche in appello ha provato a ribadire che l’onere per quel tipo di sinistro era a carico della Provincia, ma i giudici sono stati netti nel dirimere la questione sul tema della legittimazione passiva.

“Colpa” della Regione

«La nuova normativa, entrata in vigore il 10 marzo 2016, ha riattribuito alla Regione le funzioni amministrative – si legge nella sentenza – . Per conseguenza, in materia faunistico-venatoria, ora competono alla Regione non solo la funzione legislativa, ma pure quelle amministrative di programmazione e di gestione della fauna selvatica e della caccia che anteriormente erano state delegate alle Province. E poiché ora le competono i “poteri di amministrazione del territorio e di gestione della fauna” è ad essa, e ad essa sola, che deve imputarsi la responsabilità degli incidenti stradali cagionati dalla fauna selvatica avvenuti dopo il 10 marzo 2016». 

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