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La sentenza

Lucca, assolto il collega del cantoniere morto nello schianto stradale

di Pietro Barghigiani
Lucca, assolto il collega del cantoniere morto nello schianto stradale

Non è stato dimostrato che era lui alla guida del Porter finito contro un'auto

18 giugno 2024
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LUCCA. Assolto dall’accusa di omicidio stradale per non aver commesso il fatto.

È la sentenza con rito abbreviato del gup Antonia Aracri nei confronti di Luca Cinquini, 59 anni, di Gallicano, cantoniere della Provincia a giudizio per la morte del collega di Stefano Daddoveri, il 57enne di Molazzana deceduto il 9 settembre 2022 sulla Lodovica nello schianto frontale tra il Piaggio Porter su cui viaggiava come passeggero e una Honda Station Wagon. Il pm Lucia Rugani aveva chiesto una condanna a 2 anni. Secondo l’accusa era Cinquini al volante del Porter che avrebbe invaso la corsia di marcia andando a schiantarsi contro l’auto guidata da un pensionato. Un impatto devastante che proiettò conducente e trasportato fuori dall’abitacolo e trasformo il mezzo in una lamiera deforme. Per Daddoveri non ci fu niente da fare. Cinquini rimase gravemente ferito e venne ricoverato a Cisanello.

Accolta la tesi della difesa del cantoniere – avvocati Riccardo Carloni e Gianmarco Romanini – secondo la quale alla guida c’era la vittima.

Per la Procura era di Cinquini la scarpa trovata davanti al sedile del guidatore. Nell’indagine era stata di rilievo la testimonianza oculare di un autotrasportatore di Porcari che era alla guida di un tir Scania e che aveva assistito alla sequenza dell’incidente mortale. Secondo il camionista improvvisamente sulla via Lodovica, nelle vicinanze della rotatoria che porta a Valdottavo, il mini van arancione aveva invaso la corsia opposta a quella di marcia e si era scontrato con la Honda station wagon urtando anche contro il suo autotreno e i due occupanti erano stati sbalzati fuori finendo sull’asfalto. La moglie e i tre figli di Daddoveri si erano costituiti parte civile con l’avvocato Roberto Cavani. La difesa di Cinquini ringrazia i consulenti dottor Giorgio Puntoni e ingegner Fabio Bernardini, le cui due perizie si sono rivelate fondamentali per l’esito processuale a favore dell’imputatol

 

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