Jean-Marc e Andrea storia di calcio e onestà
Riporta all’avversario il portafogli perduto: gli offrono un lavoro
LUCCA. L’altra faccia del pallone ha il sorriso dolce di Jean-Marc M’Boua, 20 anni, nato a 7500 chilometri dal Bel Paese che conosce meglio di tanti nostri connazionali il valore della parola onestà. E allo stesso modo ha il volto pulito di Andrea Della Maggiora, 19 anni, studente in medicina al primo anno che vive nel Compitese e sa dare il giusto peso alla parola riconoscenza. Valori che non costano niente, ma che non hanno prezzo specie in questi giorni bui dominati dal razzismo, dal populismo e dal qualunquismo. Accade così che un ragazzo di 20 anni che ha lasciato la Costa d’Avorio per sfuggire alla guerra e alla fame dopo una partita di calcio del campionato di Promozione trovi per terra un portafogli perduto dal giocatore di una squadra avversaria accanto allo spogliatoio. Ci sono soldi, carte di credito e documenti. Altri al suo posto ne avrebbero approfittato. Lui no. Decide che deve restituire quel denaro e tutto al resto al legittimo proprietario. E così l’indomani si alza alle 8 del mattino, prende il treno da Prato e si dirige verso Lucca percorrendo a piedi una decina di chilometri alla ricerca di quell’indirizzo impresso sulla carta d’identità. Alla fine riesce a trovare una traccia, il campo di calcio in cui si allena la squadra del coetaneo, si fa dare il numero di telefono e riconsegna il portafogli con il denaro. L’abbraccio tra i due è scontato. Ma la storia non finisce lì. Perché Andrea, dopo aver accompagnato alla stazione Jean Marc e avergli offerto una piccola ricompensa, la sera parla di questa piccola grande storia al padre, direttore del personale di un’azienda di Cremona che produce vassoi in polistirolo. Il manager, 54 anni, resta a bocca aperta e si fa dare il cellulare di quel ragazzo dal cuore grande. Non solo si complimenta per il suo gesto, ma gli offre un posto nell’azienda lombarda. E a dare per primo la notizia è il portale Toscanagol di Gino Mazzei.
I FATTI
Domenica 18 marzo si gioca a Vernio la partita tra Impavida Vaianese e Folgor Marlia. L’ivoriano M’Boua - che sogna di emulare Daniele De Rossi - entra nel finale, Della Maggiora - ex giovanili della Lucchese e che s’ispira ad Andrea Pirlo - è centrocampista titolare della Folgor Marlia. La partita finisce 2-2. I ragazzi della formazione della Piana sono venuti con 5-6 auto. Ma quando Andrea torna nella sua abitazione di Pieve di Compito, si accorge che non ha più il portafoglio: «Ho chiamato il mio compagno di squadra con cui ero arrivato a Vernio in auto per chiedergli se il portamonete era finito sotto il sedile. Niente da fare. Allora ho chiamato il direttore sportivo Piero Martinelli affinché telefonasse alla sede della formazione pratese per capire se avevano lo trovato negli spogliatoi. Nulla da fare».
IL RITROVAMENTO
A fine partita uscendo dallo spogliatoio Jean-Marc nota un portafoglio caduto da qualche tasca. Lo apre, e dentro ci sono 145 euro in contanti, oltre ai documenti. Ma nessun numero di telefono. È tardi e non c’è più nessuno: «La notte non ho chiuso occhio. E l'indomani il primo pensiero è stato quello di andare a Lucca e trovare Andrea per rendergli il portafoglio». È felice adesso Jean Marc M'Boua, il calciatore ivoriano classe 1998, centrocampista della Vaianese Impavida Vernio, dopo che è riuscito a restituire documenti e soldi al suo legittimo proprietario. Il viaggio per arrivare a Lucca è stato quasi un'odissea, ma non certo paragonabile alla traversata che lo ha portato in Italia il 23 settembre del 2016, giorno del suo compleanno.
LA STORIA
Jean Marc è salpato dalla Libia, per sfuggire alla guerra e alla fame di Abidjan, capitale della Costa D'Avorio. Là, in Africa, ha lasciato 4 fratelli e i genitori. E’ partito con 5 amici, che proseguiranno verso la Francia. «Io ho deciso di restare in Italia, un Paese che fin da piccolo ho sempre amato. Dopo 3 settimane in Sicilia sono arrivato a Prato, dove sono stato accolto dalla Coop 22 onlus. Il calcio è la mia passione, giocando mi dimentico i problemi». Lo nota l'Impavida, che da quest'anno lo piazza in mezzo al campo.
IL VIAGGIO
Jean Marc legge la carta d'identità e vede che il ragazzo vive a Lucca, in via di Tiglio. Lunedì mattina alle 8 parte dalla stazione di Prato Centrale e alle 11 giunge in piazzale Ricasoli. Si ferma e sul cellulare digita la via che trova sul documento: sono 19 minuti a piedi. Per un tratto la percorre ma si perde tra i civici, anche perché Andrea abita alla Pieve di Compito, non proprio dietro l’angolo. Non si perde d'animo e stavolta cerca il campo sportivo di Marlia. Altra batosta: 32 minuti sempre a piedi, ma Jean Marc non molla come quando in campo rincorre gli avversari. Arriva allo stadio e la fortuna gli sorride: c'è il custode che, ascoltata la sua storia, chiama il mister della Folgor, Luca Barsocchi che lo mette in contatto con Della Maggiora.
L’INCONTRO
Marco ha perso le speranze di ritrovare soldi e documenti e sta per uscire di casa per fare denunciare alla stazione dei carabinieri di Pieve di Compito. «In quell’istante sul cellulare mi è arrivata la chiamata da un numero sconosciuto. Ho risposto e Jean-Marc, che tradisce le sue origine con uno spiccato accento francese, mi dice che ha trovato il portafogli e si trova al campo sportivo di Marlia. Salgo in auto e in quarto d’ora sono in zona. Lui mi riconsegna il portamonete e mi dice subito che ha preso 25 euro per i biglietti di andata e ritorno e per un panino e un caffè al bar. Un’onestà e una lealtà che mi ha fatto riflette e che oggi è davvero merce rara. Confesso, mi sono commosso. Gli ho offerto 50 euro come ricompensa e l’ho riaccompagnato alla stazione. La sera ne ho parlato con mio padre. Si merita tutto l’aiuto e la solidarietà possibile». Sostegno che non tarderà: «Il babbo di Andrea mi ha chiamato - chiude Jean-Marc - e mi ha offerto un posto con lui. Tra un mese mi scade il permesso di soggiorno. Spero me lo possano rinnovare: sarei felicissimo di costruirmi un futuro in Italia».