Estorsione a Mario Son Sodo «Condannateli a 6 anni»
Per l’accusa la vittima chiedeva l’elemosina per poi dover consegnare i soldi La parte civile chiede un risarcimento di 100mila euro. La difesa nessuna violenza
LUCCA. Un'estorsione aggravata dalla suggestionabilità della vittima e quindi, per la procura, punibile con sei anni e mezzo di reclusione nei riguardi dei due imputati accusati di aver costretto a chiedere l'elemosina per poi impossessarsi dei soldi (e anche di parte della pensione) di Mario Barsotti, alias Mario Son Sodo, il falegname di Nozzano affetto da problemi di natura psichica.
Nella sua requisitoria il pubblico ministero Fabio Origlio a chiesto al collegio giudicante (presidente Stefano Billet, a latere Silvestri e Fantechi) la condanna per Ferdinando Fabbri, 44 anni e Monica Giulia Pieri, 52 anni, con l’accusa di estorsione e in subordine la derubricazione del reato in circonvenzione d’incapace (ipotesi rigettata dal gip Pezzuti in udienza preliminare). I difensori di Fabbri e Pieri, gli avvocati Luca Cantini e Giovanni Bianchini, sostengono l'insussisteza del reato visto che, a loro giudizio, non c'era violenza e nemmeno minacce nei confronti di Mario Son Sodo e che quei soldi che venivano presi al falegname servivano per pagare, e nemmeno per intero, i pranzi al ristorante.
La sentenza. In aula non era presente il falegname di Nozzano, costituitosi parte civile e assistito dall'avvocato Giovanni Biagi in linea con le tesi avanzate dalla procura. Il legale dell’artigiano ha avanzato una richiesta di risarcimento pari a centomila euro con una provvisionale di 30mila. Mario Son Sodo potrebbe assistere alla lettura del dispositivo della sentenza attesa per martedì 16 dicembre. Nelle udienze precedenti Mario Son Sodo ha ribadito al collegio giudicante e al pubblico ministero come la coppia gli incuteva timore: «Lui mi minacciava in presenza di lei. I loro comportamenti mi facevano paura: credo mi abbiano portato via in tutto seimila euro». Mario Son Sodo ha praticamente confermato quanto riferito alla polizia e contenuto nel verbale acquisito dal tribunale. La difesa dei due imputati invece sostiene che il falegname non fosse affatto impaurito dalla coppia e che anzi vi fosse tra loro un rapporto d'amicizia consolidato.
L’indagine. Una persona semplice, ingenua, genuina Mario Barsotti. Presa di mira da una coppia - la Pieri e il suo ex compagno Fabbri - che aveva già avuto problemi con la giustizia per sfruttamento della prostituzione all'epoca della gestione del Felix Club a Segromigno in Piano. La coppia, pur non lavorando, a 30 euro al giorno alloggiava in un affittacamere a Porcari e girava, sempre per la stessa cifra, su un'auto a nolo. Per incastrare i due imputati la squadra Mobile diretta dal commissario Virgilio Russo (all’indagine collaborò anche l’investigatore privato Renato Bianchi) aveva agito in borghese e gli agenti fingendosi turisti avevano filmato e fotografato la coppia assieme a Mario Barsotti.