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Lucca, morta dopo l’intervento alla schiena: due medici finiscono sotto processo

Lucca, morta dopo l’intervento alla schiena: due medici finiscono sotto processo

Accusa di omicidio colposo, l’operazione in una clinica privata: il decesso dopo tre settimane

12 gennaio 2024
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LUCCA. Un intervento di routine alla spina dorsale si trasforma in un calvario per la paziente che, dopo tre settimane di agonia e con una paralisi invalidante, muore nel reparto di terapia intensiva di Cisanello.

Con l’accusa di omicidio colposo in cooperazione con colpa grave, il gup Alessandro Trinci ha rinviato a giudizio due medici ortopedici che il 28 giugno 2021 avevano operato da liberi professionisti nella clinica privata Barbantini (pende una causa civile contro la società, ndr) una pensionata di Vicopisano di 70 anni. Quello che secondo l’accusa non aveva funzionato nell’intervento, il 19 luglio si era trasformato in un lutto con il decesso della paziente.

Prima udienza il 3 maggio davanti al giudice monocratico Gianluca Massaro per il dottor Marco Ceccarelli, 62 anni, di San Giuliano Terme, primo operatore nell’intervento, difeso dall’avvocato Giulia Padovan, e il dottor Matteo Vitale, 45 anni, di Pietrasanta, secondo operatore, assistito dall’avvocato Marco Taddei. I familiari della signora si sono costituiti parte civile con l’avvocato Andrea Senese.

La pensionata si era sottoposta a un’operazione alla schiena non ritenuta di particolare complessità. Una vertebroplastica monopenducolare.

Per la Procura (pm Elena Leone) l’intervento sarebbe avvenuto in assenza di radiografie. Non solo. Viene contestato l’errore nell’inserimento dell’ago nel canale vertebrale provocando un sanguinamento. Un’embolia e poi un’emorragia cerebrale misero la paziente nella condizione di paralisi fino a decretarne la morte nel reparto di rianimazione dell’Azienda ospedaliera di Cisanello dove nel frattempo la donna era stata trasferita dopo un breve passaggio al San Luca.

Per tre settimane la paziente ebbe la consapevolezza che la sua salute era compromessa e si confidava con i familiari su un esito che non era quello che si aspettava.

Poco alla volta la situazione dava sempre meno speranze fino al 19 luglio con la dichiarazione di morte. I familiari, forti di alcune consulenze di parte, hanno prima denunciato i medici e poi chiesto i danni alla clinica privata con sede in Piemonte dove è in corso la causa civilel

Pietro Barghigiani

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