Libertas tra orgoglio e rabbia contro la capolista Rimini
Partita bellissima degli amaranto che rientrano dal meno 11 contro la regina dell’A2 ma alla fine pagano l’ingenuità commessa sul possesso più importante a 40 secondi
LIVORNO. Difficile dire se ci sia più rabbia, amarezza o orgoglio dopo questa sconfitta contro la regina dell’A2, apparsa sicuramente la squadra più forte, lunga nelle rotazioni e completa vista finora in via Allende.
Rabbia e amarezza perché la Libertas è andata ad un passo dall’impresa e nessuno avrebbe gridato allo scandalo se l’avesse portata a casa. Ma un episodio brucia sulla pelle, la gestione ingenua e affrettata del pallone più importante della partita: 53 secondi alla sirena, Tomassini sbaglia, il tabellone dice 72-74, palla in mano a Livorno che ha il vento in poppa della partita dopo aver recuperato con una grande difesa, due triple da sballo di Filloy e alcune magie di Hooker e Banks, uno svantaggio di 11 punti accumulato all’inizio dell’ultimo quarto (52-63 al 31’) .
53 secondi, dicevamo: gli amaranto hanno l’opportunità del pareggio o anche del sorpasso. Ma trovano la soluzione peggiore dopo appena 13” di possesso: tiro dall’arco di Italiano che Dell’Agnello aveva battezzato per tutta la partita e che fino a quel momento aveva 0/5. Il sesto tentativo – con ancora 10 secondi da giocare prima della fine dell’azione – non va meglio. Di là Rimini ha trovato due tiri liberi con Robinson a 19” (72-76) e si è rimessa a distanza di sicurezza dal rientro libertassino, mentre Nazareno, dopo 25 minuti di grande cuore in cui aveva lottato duro in area, se ne andava sconsolato in panchina con 5 falli e il fardello di quel tiro avventato. Un errore che aveva un precedente simile: 5” dalla fine del match con Cividale, risultato 62-65, palla in mano alla Libertas, anche in quell’occasione il tiro più importante se lo prese Italiano.
È chiaro che qualche gerarchia nelle scelte, nei momenti che contano, vada ridefinita. Anche perché ieri sera in campo nell’ultimo minuto c’erano Hooker, Filloy e Banks, tutti e tre on fire, sebbene marcatissimi. Rabbia e amarezza, ma anche orgoglio, tanto orgoglio. Perché la Libertas se l’è giocata per davvero, è rimasta dentro la partita per 40 minuti, per due volte ha annullato la fuga riminese mettendoci difesa, anima, coraggio, sospinta da un pubblico bellissimo.
Non era facile. E lo si è visto subito: primo pallone toccato, due passaggi e tripla di Robinson dall’angolo. La squadra di Dell’Agnello ricca di talento offensivo, atletica e tanto muscolare, in attacco si muove con grande velocità e trova il tiro sempre nei primi secondi, non dando la possibilità agli amaranto di difendere come sanno. Marini ci fa vedere i mostri, segna 6 punti di fila in faccia ad Allinei e continua anche quando Andreazza manda in campo Filloy.
Mentre in difesa i romagnoli sfruttano il fisico e il maggior tonnellaggio per creare un muro in area ma allo stesso tempo creano tantissima pressione sugli esterni, riuscendo a tenere Banks e Filloy a lungo fuori dal gioco. Trovare il tiro giusto è faticosissimo, per due volte nei primi due minuti la Libertas spara sulla sirena dei 24 secondi e resta a galla solo grazie alle magie di Hooker e alla sua capacità di penetrare sfruttando la dinamite dei suoi polpacci. Con questo quadro tattico Rimini allunga prima sul 4-9, poi sul 10-16, arrivando a toccare i 10 punti di vantaggio al 9’, sul 15-25, con tripla di Tomassini da 8 metri. Ma la Libertas non ci sta, alza l’abnegazione in difesa e vede accendersi lentamente Banks: Andreazza punta su un quintetto operaio e con Buca, Bargnesi e Fratto in campo insieme ad Adrian e Filloy e nel giro di 4 minuti a cavallo tra primo e secondo quarto piazza un parziale di 10-0 che riporta Livorno in parità (25-25 siglato da Hooker in contropiede dopo un recupero). È lo stesso quintetto che nell’ultimo quarto inizia il recupero dal meno 11, arrivato ad un passo dal sorpasso a 40”.