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La Libertas resta in Purgatorio

di Giulio Corsi
La Libertas resta in Purgatorio

Gli amaranto non entrano mai in partita e Torino domina arrivando anche a più 27 Tanta fatica in attacco, Banks e Hooker ancora a secco dall’arco, bene Fantoni

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LIVORNO Portano anche Dante in curva gli Sbandati per questo ritorno in A2 38 anni dopo la cavalcata della Cortan, e citano l’ultimo canto dell’Inferno, “quindi uscimmo a riveder le stelle”. Ma la strada per Beatrice e il Paradiso sembra ancora parecchio lunga per la Libertas. E la sensazione è che ci sarà da patire un po’ di Purgatorio prima di portare la nave amaranto al dolce navigar nel mare di una categoria un abisso lontana dalla B.

Finisce in un tracollo questo debutto casalingo contro Torino, in un palasport sold out anche di mercoledì sera, 2.470 biglietti venduti, compresi quelli riservati agli ospiti. Ci poteva stare. Ed è prematuro lanciare segnali di allarme: basta ricordarsi di cosa successe esattamente un anno fa, la crisi di ottobre, la squadra che giocava male e perdeva, Andreazza sul lastrico... Fu anzi proprio nelle difficoltà che furono gettate le fondamenta del grande gruppo e della grande impresa.

Ci sono però delle criticità che ieri sera sono emerse chiaramente, molto più di quanto successo a Cento domenica scorsa. La principale è la difficoltà a trovare il canestro: Boniccioli ha deciso di braccare Adrian Banks, raddoppiandolo, impedendogli la ricezione e limitandogli gli spazi ogni volta che aveva palla, ma gli amaranto non sono riusciti trovare alternative. Pochissime volte hanno dato palla ai lunghi trovandosi invece a fare tiri spesso forzati dall’arco, da dove peraltro la media è stata disastrosa: 3/13 all’intervallo, 6/26 alla sirena. Con i due americani che in due partite hanno registrato 0/19 totale.

Hooker e Italiano hanno provato a buttarsi dentro nel tentativo di aprire spazi ma hanno rimbalzato nel muro di muscoli e centimetri della Reale Mutua. E anche Filloy non ha inciso, vedendo pochi palloni e sembrando anzi escluso dal gioco.

I sette minuti e mezzo senza segnare del secondo quarto sono stati bollicine per gasare i piemontesi, col punteggio che è schizzato dal 23-26 del 12’21” al 23-43 del 19’ e hanno affossato la fiducia libertassina, chiudendo di fatto una partita in cui la Libertas non ha mai contato e in cui è arrivata anche a meno 27 (31-58).

Ma non ha brillato neanche la difesa, classico marchio di fabbrica di Andreazza. 43 punti subiti in due quarti la dicono lunga su quanto la squadra non sia riuscita a scalfire minimamente gli ingranaggi torinesi, non solo subendo la fisicità e la mano dolce di Ajayi che ci ha ricordato tanto Rod Griffin, e di Taylor, ma anche rimanendo fregata sui giochi d’attacco, con Hooker finito piantato più volte sui blocchi per liberare Schinna, senza che funzionasse l’aiuto, e con Landi che dopo l'intervallo ci ha fatto parecchio male, come Ladurner quando si è trovato di fronte Buca. Torino ha chiuso con percentuali monstre (20/34 da due, 10/28 da tre; era partita con 4/5) e una parte della responsabilità è anche della Libertas.

Cosa salvare? La reazione iniziale, quando la squadra di Andreazza era riuscita a ricucire il primo break (15-26) riportandosi a meno 3 con palla in mano (23-26). La tenuta di capitan Fantoni, uscito a testa alta anche davanti a gente di 10 anni più giovane come Ladurner e Ajayi. Alcune buone cose di Banks, che ci ha provato finché è rimasto in campo, la fiammata di Bargnesi a partita finita.

Lo scout promuove anche Hooker, 6 assist, 9 rimbalzi, 3 falli subiti, anche se è chiaro che non abbia ancora in mano le chiavi della regia amaranto.

Domenica si torna in campo, di nuovo in trasferta, in quella Vigevano che due anni fa ci sconfisse in finale e che ieri ha espugnato Pesaro. Sarà un’altra battaglia. E un altro passo per crescere. l
 

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