Il Tirreno

Livorno

Il caso

Livorno, la vergogna dei prelievi impossibili. E in ospedale arrivano i carabinieri

di Martina Trivigno

	La coda e i carabinieri (foto d'archivio)
La coda e i carabinieri (foto d'archivio)

Ancora code e disagi al 7° padiglione: «Anziani e donne in gravidanza digiuni da ore». La replica di Estar

3 MINUTI DI LETTURA





LIVORNO. «Anziani e donne in gravidanza in attesa da ore. Ma l’aspetto più difficile da accettare è che queste persone erano digiune dalla sera precedente per poter fare il prelievo del sangue». Chi parla è una livornese che ieri mattina, mercoledì 23 aprile, si è trovata nel bel mezzo del caos prelievi. L’ennesimo – per la verità – con cui gli utenti devono fare i conti perlomeno dall’inizio dell’anno.

I fatti

I disagi sono iniziati ieri, intorno alle 7, quando gli utenti si sono presentati al settimo padiglione per il prelievo che, però, non hanno potuto fare nonostante la prenotazione con ZeroCode, la piattaforma unica regionale per la prenotazione di servizi sanitari digitali. Fin da subito gli operatori in servizio hanno segnalato l’impossibilità di procedere con l’accettazione. «Ci è stato riferito che c’era un guasto al sistema e che non era possibile proseguire – racconta la donna – e che non avremmo potuto far altro se non aspettare che il terminale ripartisse».

Gli animi si accendono

Così, in un primo momento, gli utenti si mettono da parte e aspettano che la situazione si risolva, sperando in tempi brevi. Passa un’ora, poi ne trascorrono due, e nulla si muove. «Intanto la fila continuava ad aumentare – prosegue la donna – nel rispetto degli appuntamenti presi con ZeroCode. Peccato, però, che tutto fosse fermo da ore. Ed è allora che abbiamo perso la pazienza: lì con noi c’erano anziani, donne in gravidanza, malati oncologici. Tutti lì in attesa, da ore, senza toccare cibo dalla sera precedente. Abbiamo ritenuto che fosse inaccettabile e a quel punto abbiamo deciso di chiamare il 112».

Le forze dell’ordine

Poco dopo, intorno alle 9,30, i militari fanno il loro ingresso all’interno del settimo padiglione. Ascoltano per capire cosa stesse succedendo, poi si rivolgono agli operatori in servizio, riportando la situazione a chi era in attesa. «Ringraziamo i carabinieri – dice la donna – perché dopo il loro intervento siamo riusciti a capire qualcosa di più. Ci hanno spiegato, infatti, che il guasto non riguardava soltanto Livorno, ma anche altre zone della Toscana».

Cosa è successo

E in effetti è proprio così. Estar, l’Ente di supporto tecnico amministrativo regionale, contattato dal Tirreno fa sapere che il guasto che ha paralizzato il sistema dei prelievi a Livorno ha riguardato il fornitore “Engineering ingegneria informatica”. In particolare nella notte tra martedì e ieri – intorno alle 1,30 – si è rotto il motore d’integrazione che consente ai diversi programmi di “comunicare” tra loro. Il risultato? Blocchi a Cup e accettazione non solo nei centri socio-sanitari dell’Asl Toscana nord ovest (come Livorno), ma anche dell’Asl centro (Firenze, Pistoia, Prato ed Empoli) e all’ospedale pediatrico Meyer di Firenze.

L’ultimo di una lunga serie

Ma non è un caso che ieri mattina gli utenti livornesi abbiano perso la pazienza. Da diversi mesi, infatti, i cittadini fanno i conti con code e disagi. In particolare dovuti, dall’inizio dell’anno in poi, all’applicativo unico regionale “Nuovo Lis” nato per garantire procedure più snelle e pratiche. Il problema, però, che per mesi ha funzionato a singhiozzo, creando non pochi problemi.

Ritorno alla normalità

Ieri mattina, tutto è tornato (più o meno) alla normalità intorno alle 11. «A quel punto, a prescindere dall’appuntamento, per fare i prelievi è stata data giustamente la precedenza a donne incinta, anziani e malati oncologici – conclude la donna che ha atteso per ore davanti al settimo padiglione – . Sono però troppi i disagi che subiamo e per ogni minimo guasto il sistema si blocca. Così è insostenibile: servono soluzioni».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Primo piano
80 voglia di libertà

Stragi nazifasciste in Toscana, la grande vergogna: i ritardi nei risarcimenti, i ricorsi delle famiglie e la risposta del Ministero

di Barbara Antoni
Sani e Belli