Livorno, distrugge la casa e picchia la nonna: a processo un livornese di 24 anni
È imputato anche per estorsione: le avrebbe preso i soldi per comprare droga
LIVORNO. Mentre era agli arresti domiciliari, a causa di un procedimento penale in cui è accusato del tentato omicidio di un ragazzo, avrebbe preso a pugni la nonna minacciando lei e il marito, entrambi settantenni, di morte. Paventando l’eventualità, inoltre, di farsi del male con gesti autolesionistici, distruggendo mobili e arredi della casa e, in alcuni casi, costringendo la donna perfino a scappare per paura di essere aggredita. Ma non solo: secondo l’accusa, «mediante minacce di morte e danneggiamenti di suppellettili dell’abitazione – si legge nel decreto di rinvio a giudizio spiccato nei suoi confronti – con sputi e spinte ha costretto la nonna a consegnargli somme di denaro di circa 20 euro per volta, con atti idonei e diretti in modo non equivoco a costringere la mamma a procurargli la droga». Per questo un ventiquattrenne livornese è a processo per i reati di estorsione e maltrattamenti in famiglia.
La ricostruzione
Le violenze domestiche sarebbero avvenute poco prima dell’emergenza Covid, dal settembre all’ottobre del 2019, fino a quando i parenti del giovane non hanno trovato la forza di denunciare il nipote alle forze dell’ordine, in questura in particolare. Una decisione non facile, data la giovane età del ragazzo – che Il Tirreno non identifica con nome e cognome per preservare l’identità dei parenti vittime delle presunte violenze – e il fatto che è parte integrante della loro famiglia. Il ventiquattrenne, poco prima, era stato coinvolto in un tentato omicidio, accoltellando un conoscente che, per fortuna, si è poi ripreso. Difeso dall’avvocata Alessandra Natale, è stato allontanato dall’abitazione dei parenti proprio per l’incompatibilità dovuta a quanto sarebbe accaduto e nel frattempo ha finito di scontare la pena in una comunità.
Il processo
Fra le vittime, identificate come parti offese del procedimento penale, oltre ai nonni settantenni c’è anche la madre del giovane, una cinquantenne livornese. Lei sarebbe stata costretta, dal figlio, a comprargli le sostanze stupefacenti con i soldi della nonna, a sua volta da lui obbligata, almeno secondo l’accusa, alla consegna del denaro di volta in volta necessario per acquistare la droga. Durante il processo saranno naturalmente ascoltate le parti offese, nonni e madre, dopodiché arriverà la decisione sull’eventuale colpevolezza dell’imputato. Durante le indagini preliminari, grazie agli accertamenti della Squadra mobile della questura, i familiari erano già stati ascoltati attraverso le sommarie informazioni testimoniali ora agli atti del procedimento penale. Polizia che aveva indagato anche sul caso del tentato omicidio sul viale Italia, con l’arresto lampo del giovane poco dopo il fatto. Attualmente, l’istruttoria dibattimentale, è ancora nelle fasi embrionali: nel palazzo di giustizia di via Falcone e Borsellino si è tenuta solo la prima udienza tecnica di smistamento e nel cuore del processo si entrerà a breve, a partire dalla prossima udienza.