Il Tirreno

Livorno

La storia

Dalla Campania a Livorno per essere un attore della Mayor Von Frinzius: «Pendolare del teatro, per me è un sogno»

di Francesca Suggi

	Giuseppe Capo Morrone gli altri amici attori della Mayor Von Frinzius sul palco del Goldoni (foto Del Lucchese)
Giuseppe Capo Morrone gli altri amici attori della Mayor Von Frinzius sul palco del Goldoni (foto Del Lucchese)

La bella storia di Giuseppe Capo Morrone. La cugina: «Faticoso ma vale tanto la pena»

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LIVORNO. Quando la voglia di esserci vince sulle distanze. Le abbatte. E si prende un treno da Battipaglia, Campania, si fanno più di sette ore di viaggio per salire su quel palco. A Livorno. Si fa una volta al mese. Anche due adesso che il super spettacolo al Teatro Goldoni si avvicina, il 28 e il 29 maggio. Per essere uno di loro. Della compagnia Mayor Von Frinzius. È la bella storia di Giuseppe Capo Morrone con la sua voglia matta di fare l’attore. Supportata dalla famiglia tutta e dalla cugina Pamela D’Elia che ormai da quasi un anno lo accompagna sempre in queste trasferte teatrali labroniche.

«È il mio lavoro, mi diverto tanto. Quando finisce cosa farò?», esclama il 36enne al Tirreno. Giuseppe ha la sindrome di down, adora la coca-cola, impazzisce per gli spaghetti e vongole, canta a squarciagola Massimo Ranieri, Gianni Morandi, Laura Pausini.

Prima del covid faceva piscina, frequentava centri riabilitativi dove si faceva anche teatro. Poi il covid diventa per lui una sorta di spartiacque.

«Tante iniziative legate alla socialità e alla disabilità si sono interrotte e Giuseppe ne ha sofferto molto: ritrovarsi sul treno per Livorno è come averlo riacceso. Per lui è un lavoro, quando torniamo a casa, dopo le prove, vuole sapere subito quando è che ripartiamo per Livorno», racconta la cugina 46enne che lo affianca. Insieme ai genitori.

Tutto cambia nell’autunno scorso: un giorno Pamela e Giuseppe vedono un video dello showman Paolo Ruffini che da anni abbraccia l’attività della compagnia livornese. E scatta la voglia di esserci. Di essere un Mayor. E non importa quanta strada c’è da fare. La famiglia ci prova. Contatta via social Ruffini. Che risponde “presente”.

L’artista fornisce alla famiglia i contatti della compagnia livornese fondata dal regista Laamberto Giannini che fa della contaminazione e dell’inclusione la bandiera ormai da quasi 30 anni. E la Mayor Von Frinzius accoglie.

«Così è cominciata l’avventura livornese: Giuseppe è rinato, è vero, è dispendioso e faticoso andare una volta al mese e adesso di più a Livorno, ma vedere lui così felice ed entusiasta ripaga ogni cosa».

E quindi il treno alle 5.40 da Battipaglia. Si cambia a Napoli e si prende la coincidenza per Livorno che arriva alle 13. «Prima le prove erano alle 18 quindi c’era tempo per un riposino al Bed and breakfast vicino al Teatro Goldoni dove andiamo, adesso con lo spettacolo alle porte le prove sono alle 14.30 e quindi Giuseppe sa che deve riposare in treno».

E dopo le prove si dorme a Livorno e la mattina dopo si riparte, destinazione la regione Campania. La domanda sorge spontanea: perché non trovare esperienze simili più vicine? «Esperienze proprio uguali a questa vicino a noi non ci sono». E il giovane attore che dall’autunno scorso veste l’anima e la “casacca” dei Mayor sprizza di gioia. «Mi piace tantissimo il mio lavoro: sul palco sono molto emozionato. Non vedo l’ora di fare lo spettacolo. A Livorno mi sono fatto nuovi amici», dice.

Il 30 aprile Giuseppe e Pamela saranno nuovamente alle prove. Al Goldoni. A fine maggio per lo spettacolo “Sfiorarsi, toccarsi è complicato”staranno qui una settimana. E dalla Campania arriveranno genitori e parenti a vederlo. «Mi viene da fare una riflessione - aggiunge la cugina Pamela - Penso a tutte quelle persone con disabilità come può essere Giuseppe, che non hanno famiglia con la possibilità di fare queste esperienze, non è giusto: le istituzioni dovrebbero dare più fondi e investire in questi progetti anche a casa nostra, alle associazioni che lo fanno o che lo vorrebbero fare». Esportare il modello “Mayor” anche nella regione Campania. Questo vorrebbe la famiglia di Giuseppe.

E anche per la stessa compagnia avere un attore che arriva da Battipaglia è “una prima” che lusinga. Che fa onore.

«Questa esperienza ci lusinga tantissimo e ci ha sorpreso: è incredibile una storia del genere - afferma a caldo Lamberto Giannini - Partendo sempre dall’esperienza dei Mayor ci stanno chiamando in giro, Pisa, Brescia, Alba: noi non vogliamo monetizzare, non vogliamo vendere il metodo Mayor ma la cosa bella è che tante cose stanno accadendo». Rispetto alla storia di Giuseppe racconta: «Lui e la cugina vengono una volta al mese, a volte una volta ogni 15 giorni: sono molto grato verso di loro - continua - Loro hanno gratitudine nei nostri confronti, ma in verità noi non abbiamo fatto niente. E mi serve in modo strumentale la sua storia: quando qualcuno mi dice che è stanco e non ce le fa a fare le prove io ribatto “pensate a cosa fa Giuseppe per salire su questo palco. Lui se lo meriterà, meritatelo anche tu”». Giannini ribadisce: « Fa piacere che Giuseppe abbia sentito questa spinta. Questa voglia di essere Mayor. Una gioia enorme». Il 28 e il 29 maggio anche la famiglia tutta di Giuseppe arriverà dalla Campania. «Giuseppe è la dimostrazione che se vuoi riesci».l


 

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