Livorno, ladri al Rayan Bar di via Garibaldi: «Qui siamo allo sbando, servono più controlli»
L’ira della titolare del locale, Sara Rosellini: «Rubati cento euro e il tablet di mio figlio. Sono esasperata, lavoro 15 ore al giorno per vivere»
LIVORNO. Hanno alzato la saracinesca, rompendola, e forzato l’ingresso del locale, portando via l’intero cassetto del registratore di cassa con all’interno un centinaio di euro oltre al tablet del figlio della proprietaria. Ennesimo furto nelle attività commerciali della città: stavolta ne ha fatto le spese il Rayan Bar di via Garibaldi, alle porte del centro. «Non ne posso più, qui lotto tutti i giorni – le parole della titolare, la livornese Sara Rosellini, che arrabbiata si sfoga al Tirreno – e questa zona ormai la reputo totalmente allo sbando. Ci vorrebbero senz’altro più controlli da parte delle forze dell’ordine, anche perché di notte qui non passa anima viva, ma ormai sono veramente esasperato e non sporgerò nemmeno denuncia. A cosa serve? Perdo tempo…», la delusione della commerciante labronica.
Sabato 8 marzo, Rosellini, aveva chiuso il suo locale – molto conosciuto nella zona, e non solo, dove si gioca anche a biliardo ed è frequentato da tante persone – attorno alle 2 di notte. Poi ha riaperto poco dopo le 6 di mattina. Come ogni domenica. «Lavoro 15 ore al giorno per andare avanti e dare da mangiare a mio figlio – prosegue – e non è possibile che ogni volta si ripeta lo stesso copione, qui ci servirebbe un’unità fissa dell’Esercito italiano per controllare l’area e garantire la sicurezza a chi ci vive e lavora. Mi dispiace molto per mio figlio, purtroppo hanno rubato anche il tablet con cui gioca».
Proprio al Rayan Bar, due anni e mezzo fa, un cliente venne denunciato dopo aver rubato il cellulare usato dal figlio di Sara, che all’epoca aveva tre anni, e che oggi ne ha cinque. L’uomo – un cinquantacinquenne che abita in via Garibaldi – era stato identificato dalla polizia grazie alla telecamera interna al locale. Stavolta, invece, il sistema d’allarme non si è azionato. «Purtroppo mi sono dimenticata di attivarlo – le parole di Rosellini – ma con certezza posso dire che il raid è avvenuto fra le 2 di notte e le 6 di mattina, l’unico intervallo orario in cui sono rimasta chiusa. I residenti della zona, non capisco come mai, non hanno sentito alcun rumore, eppure per fare tutti quei dati il ladro deve aver fatto veramente parecchia confusione, impensabile che nessuno si sia accorto di nulla, ma questo è quello che vive qui mi dice, quindi ne prendo atto. I problemi in questa zona sono soprattutto di notte, quando non c’è nessuno: la sera, quando esco, devo dire la verità nessuno mi disturba, faccio chiusura da sola, le criticità avvengono più tardi, da qui non passa nessuno e ci vorrebbero più pattugliamenti di carabinieri e polizia». Intanto ieri mattina, dopo la chiamata al 112, per il sopralluogo nel bar è intervenuta una volante dell’ufficio prevenzione generale della questura, con gli agenti che hanno ascoltato Rosellini, consigliandole di presentare denuncia nella caserma “Vittorio Labate”. «No, non sporgerò querela – conclude – perché non credo serva a nulla, perdo solo tempo, tanto cosa cambia?», è il suo sfogo.
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