L'allerta
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LIVORNO. Piove, sull’asfalto di via Pigli, il giorno dopo la tragedia. Il cancello del cortile interno su cui affaccia il retro del palazzo popolare al civico 10 di via Bastogi è chiuso. Chi passa e sa getta uno sguardo all’interno tra l’incredulo, l’addolorato e il sospettoso. Giada Norfini è morta lì, sul colpo, a 39 anni. Dopo un volo dal quarto piano. In quel momento nell’appartamento insieme a lei c’era un uomo. Un amico. Nei cui confronti, a quanto risulta, al momento non è stata mossa alcuna accusa. Le indagini, d’altra parte, vanno avanti. E se è vero che l’ipotesi considerata più probabile dagli investigatori è quella del gesto volontario è anche vero – lo dicono i carabinieri in una nota – che «sono al vaglio ulteriori ricostruzioni alternative alla vicenda». Ovvero si indaga ancora per vederci chiaro. E la salma è a disposizione del magistrato, che ha disposto l’autopsia. Ma andiamo con ordine.
Il corpo a terra
Sono le 17 del pomeriggio quando una donna, nell’andare a gettare la spazzatura, nota un corpo a terra nel cortile interno con accesso di via Pigli. Dà l’allarme. Poi accorrono altre persone e, in breve tempo, la zona viene blindata dalle forze dell’ordine. Dopo la constatazione di morte da parte del medico del 118, i carabinieri della stazione di Livorno centro e i colleghi nel nucleo operativo e radiomobile “transennano” il cortile e iniziano a fare domande ai vicini di casa. Si viene a sapere che il corpo è della 39enne livornese Giada Norfini. Lei spesso sta dalla madre Giovanna alla Rosa, ma le capita anche di andare alle Sorgenti, nell’appartamento popolare all’ultimo piano del civico 10 di via Bastogi, dove si trovava anche venerdì.
L’uomo in casa
Quando è volata giù non era sola. Nell’appartamento con lei c’era un uomo. «Io e Giada eravamo amici», ha detto – sotto choc – agli investigatori. E la sua posizione è al vaglio degli investigatori sebbene non risulta che sia indagato. C’è chi, in via Bastogi, dice che abbia tentato di aiutare Norfini e chi si domanda perché non abbia dato immediatamente l’allarme dopo il volo della donna, che è stata trovata a terra nel cortile dai passanti. In un primo momento si era anche diffusa la voce che fosse stato fermato, in realtà sembra che sia stato solo sentito, così come i residenti della zona.
I rilievi
Venerdì, comunque, una squadra dei carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale esperti in rilievi scientifici ha provveduto a effettuare un sopralluogo nell’abitazione da cui è precipitata Norfini, a cui sono poi stati messi i sigilli. Mentre sul corpo della donna è stato effettuato un primo esame esterno da parte del medico legale incaricato dalla Procura. Dopodiché la salma è stata trasportata alla camera mortuaria del cimitero dei Lupi, a disposizione del magistrato e in attesa dell’autopsia. Dal primo esame esterno, d’altra parte, sul corpo non sarebbero emersi ferite differenti rispetto a quelle compatibili con una caduta dal quarto piano.
Le ipotesi
E, considerati gli elementi a disposizione, gli investigatori hanno fino ad adesso ritenuto più probabile l’ipotesi di una morte non provocata da altri. Ma c’è comunque un fascicolo aperto in Procura, al momento – a quanto sembra – senza una ben precisa ipotesi di reato. Gli investigatori, d’altra parte, continuano a raccogliere elementi per provare a ricostruire con la maggior esattezza possibile che cosa è accaduto negli ultimi minuti di vita di Giada Norfini, giovane livornese con un passato difficile fatto di solitudini e violenze domestiche.
I prossimi passi
Si sa che la mattina della giornata in cui poi è morta la donna avrebbe dovuto essere in tribunale per deporre – come testimone citato dalla pubblica accusa – nel processo che vede imputate due persone per omicidio a seguito della morte di Denny Magina, anche lui morto a seguito di un volo dal quarto piano di un palazzo popolare. Ma l’udienza, che era stata calendarizzata per venerdì alle 9, è stata rinviata al 17 febbraio per il legittimo impedimento di un avvocato della difesa e Giada Norfini al palazzo di giustizia di via Falcone e Borsellino non è mai andata. Poi, otto ore dopo, è stata trovata cadavere nel quartiere Sorgenti, ai piedi di un palazzo popolare di quattro piani.
Per approfondire il caso: