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Livorno, sorprendono il ladro dentro l'hotel: feriti l’albergatore e il figlio di 19 anni

di Stefano Taglione
L'imprenditore livornese Santo Rotondo
L'imprenditore livornese Santo Rotondo

Caos al "Città" di via di Franco. Il racconto di Santo e Simone Rotondo: «Abbiamo cercato di fermarlo, è fuggito». Il giovane dimesso dal pronto soccorso con sette giorni di prognosi e il dito steccato. Il padre: «Servono controlli e io ora dormo qui alla reception»
 

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LIVORNO. Hanno sorpreso il ladro nell’albergo e sono rimasti feriti nel tentativo di fermarlo: il titolare con una sbucciatura su un ginocchio, suo figlio di 19 anni con un dito della mano steccato e una prognosi ospedaliera di sette giorni. Ennesimo furto, che stavolta però si è trasformato in un tentativo di rapina, all’hotel Città di via di Franco, nel pieno centro della città, già teatro 12 giorni fa di uno dei primi raid dell’anno, con la sparizione di un televisore da 55 pollici.

Il racconto

In questo caso l’imprenditore Santo Rotondo – molto conosciuto a Livorno, dove è consigliere dell’associazione albergatori – insieme al figlio Simone, uno studente, attorno alle 22 di domenica scorsa si sono precipitati alla reception appena suonato l’allarme. Erano in casa, in via Buontalenti, a poche centinaia di metri dalla loro struttura ricettiva. Così, quando sono arrivati, il malvivente stava per uscire con un computer portatile, una cassettina vuota, una valigetta di pelle e altri piccoli oggetti che aveva arraffato velocemente da dietro il bancone. «Mio figlio era pochi metri davanti a me – spiega Rotondo – e gli è saltato addosso, cercando di fermarlo, io ho fatto altrettanto e mi sono sbucciato un ginocchio cadendo a terra. Simone purtroppo ha avuto la peggio: ha un forte dolore all’anulare della mano destra, il 6 febbraio dovrà fare un esame di disegno, lui non voleva fargli niente, solo fargli capire che il ladro stava facendo qualcosa di sbagliato», prosegue fra le lacrime.

Come sta il figlio

Simone per fortuna sta bene, se la caverà: insieme alla madre, ieri mattina, è andato a farsi refertare al pronto soccorso perché il dolore al dito era diventato insopportabile: «Ma sto bene», dice. Resta la rabbia per l’ennesimo episodio di delinquenza che ha riguardato la zona del mercato e in particolare l’hotel Città. «Quando siamo arrivati in via di Franco – rimarca – il ladro era appena uscito, stava scappando e lo abbiamo rincorso a piedi. Credo che avesse altri due complici, abbiamo visto due persone in zona, non ne siamo comunque sicuri. Con ogni probabilità è arrivato in bici, perché ce n’era una parcheggiata davanti senza catena. Con sé quest’uomo aveva perfino una birra, ma non l’ha rubata da me, io ho delle bottiglie di vino alla reception e quindi se l’è addirittura portata dietro».

«Più controlli»

Quando è suonato l’allarme, collegato sia alla centrale delle guardie giurate che al suo cellulare, Rotondo stava proprio per recarsi alla reception per trascorrere lì la notte, consapevole dei continui rischi di sgradite incursioni. L’hotel è aperto, ma in quel momento non c’erano clienti, quindi lui col figlio era provvisoriamente a casa a vedere una partita alla televisione. «Avevo lasciato due grosse piante dietro alla porta per impedire le incursioni, quantomeno per rallentarle – continua – ma il ladro è riuscito ugualmente a entrare forzando quella antincendio, col maniglione antipanico, di cui noi siamo provvisti così come prescrive la legge. Purtroppo è riuscito a scappare, a noi rimangono le ferite e la rabbia per una zona, quella di via Buontalenti, che senz’altro meriterebbe una maggiore attenzione da parte delle istituzioni, visti i ripetuti raid alle attività commerciali. Alla polizia e ai carabinieri suggerisco di fare passaggi più frequenti, ma non con la sirena, basterebbero i lampeggianti blu così da farsi vedere un po’ di più, dando una sensazione di sicurezza». Il 14 gennaio l'imprenditore presenterà denuncia in questura.

Secondo assalto

Rotondo, in ogni caso, si complimenta «con le forze dell’ordine – le sue parole – perché appena ho chiamato il 112 sono intervenute ben due volanti della polizia di Stato, più una terza che da quanto mi hanno detto si è messa alla ricerca di quest’uomo: era incappucciato, non l’ho visto bene in faccia, ma era di carnagione scura, credo africano. Io non ce l’ho certo con le persone di colore, nel mio albergo ho ospitati tanti profughi, ce l’ho con le persone che si comportano male e violano la legge, di qualsiasi nazionalità siano». Per pattugliare l’hotel, ogni tre quarti d’ora, dopo l’episodio sono sopraggiunte anche le guardie giurate del Worsp Security Group. Con loro l’imprenditore ha un contratto di metronotte, motivo per il quale dopo l’allarme si sono precipitate nell’albergo per aiutare lui e la polizia. «Ora mi sto attivando – conclude il titolare dell’albergo – per installare telecamere ovunque e rinforzare l’ingresso, in modo da difendermi ancora meglio contro i malviventi. Non ne posso più: subisco già il secondo assalto in pochi giorni e non va assolutamente bene».

«Dormiro qui»

In attesa dei nuovi impianti di videosorveglianza e del lavoro del fabbro che rinforzerà l’ingresso principale, «queste notti dormirò alla reception per evitare nuovi raid – conclude Rotondo – chiudendo l’ingresso con una catena di ferro. Devo farlo, non ci sono alternative. Sono una persona che lavora, l’hotel è aperto con me i miei collaboratori al pezzo, dovrei assumere anche una guardia giurata? No, ci ho pensato, costa troppo: 25 euro l’ora. È un’opzione comunque che ho preso in considerazione».

 

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