Addio Venio, re dei fisioterapisti: «Ha curato centinaia di sportivi»
Livorno, Giovanneschi aveva 78 anni. Il ricordo: «Tutto il basket andava da lui». Fissati i funerali
LIVORNO. La città dice addio a Venio Giovanneschi, 78 anni, storico fisioterapista del basket livornese che ha curato centinaia di sportivi. Una vita al fianco dei giocatori, soprattutto per rimetterli in piedi dopo un infortunio che spesso rischiava di compromettere la loro carriera. Giovanneschi ha lavorato fianco a fianco con il dottor Gian Paolo Ferretti, medico sociale della Libertas dal 1959 al 1994. Poi il fisioterapista ha iniziato a collaborare anche con il Don Bosco fino al periodo delle serie B e C e prima di aprire un piccolo studio, una volta lasciata la squadra.
Resta ora tanto dolore per la scomparsa di quel massaggiatore che per tanti anni è stato un punto di riferimento: pur non scendendo lui sul parquet, Giovanneschi è stato un motivatore, sempre pronto a sostenere i “suoi ragazzi” e a dare loro una speranza di poter tornare a giocare al più presto. «Venio è stato una colonna portante per la pallacanestro – commenta Massimo Faraoni, presidente della Federazione italiana pallacanestro (Fip) della Toscana ed ex patron del Don Bosco – . Ha sempre seguito le squadre per le quali faceva il massaggiatore con grande passione e soprattutto è sempre stato molto disponibile con i ragazzi. Adesso è un riferimento che viene a mancare per il mondo del basket livornese e non solo».
E sono tantissimi, adesso, gli aneddoti che vengono in mente a chi l’ha conosciuto e ha condiviso con lui momenti di sport. «Lo ricordo ancora con quegli occhiali con le lenti abbastanza spesse – ricorda Aldo Savi, dirigente del Don Bosco – . I ragazzi a volte ironizzavano su questo, anche se con affetto, e Venio rispondeva con un’ironia unica. Era una persona squisita, con uno spiccato senso dell’umorismo, disponibile ad aiutare chiunque si trovasse in difficoltà. E lo faceva con una capacità di ascolto incredibile. Venio ha dato tanto al mondo del basket tant’è che quando ha lasciato la nostra squadra ha aperto un piccolo studio: non è un caso che tutti i suoi clienti gravitassero proprio intorno al mondo della pallacanestro». Di recente, secondo quando raccontato da chi lo conosceva, le sue condizioni di salute erano peggiorate. «Pochi mesi fa lo avevo incontrato in ospedale, dove si trovava per fare degli accertamenti: era seduto su una sedia a rotelle e mi è dispiaciuto moltissimo – prosegue Savi – . Ci siamo salutati con la stima che ha contraddistinto tutti gli anni in cui è stato il massaggiatore de Don Bosco, ma fui addolorato nel vederlo così provato, affaticato. È stata l’ultima volta in cui ci siamo visti».
Giovanneschi, che da poco aveva vissuto la grande gioia di diventare nonno, lascia la moglie e il figlio che gli sono sempre rimasti accanto. Il funerale sarà celebrato domani (martedì 14 gennaio), alle 11, nella cappella della camera mortuaria di viale Alfieri dove il mondo della pallacanestro livornese si riunirà per dire addio a quel fisioterapista che ha curato centinaia di sportivi. Per loro il suo ricordo vivrà in eterno.