L’incidente
Livorno: alta ingegneria subacquea per rimuovere gli oleodotti Eni dal canale del Marzocco
Un intervento di altissimo livello tecnico e l’utilizzo di un innovativo cavo diamantato hanno favorito la rimozione degli oleodotti che attraversavano il canale nel porto di Livorno
L’intervento permetterà di portare la profondità del canale dagli attuali 12 metri ai futuri 18-20 metri. L’ampliamento del canale consentirà l’accesso a navi di maggiore pescaggio, come le maxi-portacontainer, rappresentando un passo cruciale per il futuro del porto.
Un’operazione complessa e delicata
Gli otto oleodotti, realizzati 50 anni fa e di proprietà di Eni, si estendevano per oltre un chilometro attraversando il canale del Marzocco. Questi tubi da 30 pollici di diametro (circa 1 metro), cementati internamente ed esternamente, erano sepolti a 15 metri di profondità sotto strati di pietrame alti 3 metri. La loro rimozione si è rivelata estremamente complessa, sia per la logistica che per i rischi ambientali legati a eventuali sversamenti di idrocarburi.
Per minimizzare l’impatto sul traffico marittimo, i lavori sono stati eseguiti esclusivamente di notte, tra le 23 e le 6 del mattino, a una profondità di 12 metri e in condizioni di visibilità praticamente assente a causa del fango.
Tecnologie avanzate e collaborazione internazionale
Il progetto ha richiesto l’impiego di tecnologie d’avanguardia e la collaborazione di esperti con un’esperienza internazionale. La ditta sarda Turismar, specializzata in disinquinamento e carpenteria pesante, ha guidato l’operazione. Per il team subacqueo sono stati reclutati freelance di alto livello, tra cui professionisti che avevano partecipato al recupero della Costa Concordia.
Matteo Della Rosa, originario dell’isola di Capraia e supervisore delle operazioni subacquee, ha raccontato: “La difficoltà maggiore era lavorare in condizioni di zero visibilità e rispettando tempi estremamente rigidi”.
Per prevenire possibili fuoriuscite di idrocarburi, è stato installato un sistema innovativo di Bubble Barrier, un reticolo di tubi traforati che, grazie a un compressore, crea una cortina di bolle d’aria per contenere qualsiasi contaminazione.
La precisione del cavo diamantato
La rimozione dei tubi è stata resa possibile grazie alla CSS (Cutting Steel and Stone) di Massa, esperta nell’utilizzo di cavi diamantati. Dopo giorni di scavi, i subacquei sono riusciti a far passare il cavo sotto i tubi per collegarlo a una macchina di taglio posizionata sul pontone “Argo” della Turismar. Il cavo diamantato, noto per la sua capacità di tagliare materiali estremamente duri come acciaio e cemento, ha permesso di segmentare i tubi per il trasporto e lo smaltimento.
Un successo per il futuro del porto di Livorno
Grazie a questa complessa operazione, il canale del Marzocco sarà pronto per accogliere il traffico delle navi più grandi, proiettando il porto di Livorno verso una nuova era di competitività e innovazione. Un progetto che non solo segna un traguardo ingegneristico, ma rappresenta anche un modello di sostenibilità e collaborazione internazionale.