Il pitone alla Rosa, le capre a Salviano e la nutria in mare: quanti animali salvati a Livorno
Il presidente dell’Anpana Fantappiè racconta i ritrovamenti più insoliti del 2024
LIVORNO. «Signor Fantappiè buongiorno: ci sarebbe di catturare un pitone in via Poccianti»: così chiese con naturalezza il centralinista dei vigili del fuoco. E l’interpellato, Franco Fantappiè, da anni presidente dell’Anpana, l’associazione del Terzo settore che opera nel volontariato pro animali, con lo stesso stato d’animo con il quale ci si appresta a salvare un gattino finito dentro il motore di una macchina, prelevò dal garage nel quale si era rifugiato il serpentone per restituirlo al legittimo proprietario dalle cui teche l’animale era scappato. «Ma il mio rapporto con i pitoni ha avuto un sequel – racconta l’interessato – in quanto, dopo un po’ di tempo dal primo ritrovamento, mi chiamarono per un serpente della stessa specie che se ne stava andando a spasso tra i giardinetti di via Bikonacki, nel quartiere La Rosa. Del proprietario in questo caso nessuna traccia. Lo consegnammo ai carabinieri forestali che a loro volta lo portarono in un centro ad hoc».
Ne ha storie da raccontare da quando, nel 2016, lasciando la Sip-Telecom-Tim nella quale ha lavorato, ha cominciato a dedicarsi anima e corpo all’assistenza degli animali. Fantappiè ci accoglie nella “Rsa per gatti” della Guglia accarezzando Spelacchio il gatto capo indiscusso della comunità e racconta le curiosità dell’anno agli sgoccioli: «Forse rischiammo di più – prosegue nel suo rapporto con i rettili – quella volta che ci chiamarono nei magazzini doganali in via Orlando: in quel caso il serpente era un velenosissimo crotalo (serpente a sonagli, nda), indesiderato ospite di un cargo proveniente dall’America. Anche in quel caso, dopo averlo rinchiuso in un bidone, il percorso seguente fu lo stesso del pitone». Poi ci sono le storie con gli animali di casa nostra e fra questi i gabbiani sempre più presenti nel nostro vivere cittadino. A seguire il caso che potremmo definire la vicenda de “il gabbiano nel gabbione” come uno scioglilingua: «L’uccello era rimasto imprigionato in una rete metallica ad una certa altezza. Con l’aiuto di una scala e in acrobazia riuscimmo a liberarlo. Ma da lui neanche un grazie» scherza il presidente Anpana. «Un classico da scala sono i gatti sugli alberi che non sanno più come scendere a terra. A volte riusciamo a prenderli, a volte poniamo delle reti alla base dell’albero nella eventualità che cadano. Sapesse che rabbia quando stiamo per raggiungerli e loro, con nonchalance, saltano su un ramo di un altro albero».
Fantappiè nell’estate scorsa è stato per giorni pure protagonista di un video che girava sui social: allertato per una nutria che nuotava nel canaletto che divide i Pancaldi dal viale Italia (lì giunta chissà da dove) il nostro, montato a poppa di un patino guidato da un bagnino, con una folla da stadio sulla spalletta del viale e sugli stessi bagni recuperò il roditore per accompagnarlo su lidi più consoni alla sua natura. Ma la storia forse più gustosa non riguarda animali esotici o comunque estranei al nostro habitat tradizionale: «Riguarda quel signore del Limoncino – racconta ancora il presidente Anpana -che lascia gli animali liberi facendo sì che i cittadini ci chiamino per segnalarci gruppi di capre a Salviano o un cavallo alla Leccia». L’ultima volta per un maiale. «Almeno vieni a riprendertelo – gli dicemmo – mica posso tenere il suino con i gatti alla Guglia».