Il Tirreno

Livorno

L’incidente

Livorno, camionista grave dopo lo schianto in scooter: Stefano sta meglio. L’appello della compagna

di Stefano Taglione

	Stefano Lenzi e il punto dell'incidente
Stefano Lenzi e il punto dell'incidente

Il 36enne ancora sedato dopo lo schianto in motorino in via delle Cateratte: «Chi ha visto, parli»

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LIVORNO. «Stefano è stato operato all’anca, ma a causa delle numerose fratture è ancora sedato. Ha pure le costole rotte, ma l’importante era superare questi due giorni e lo ha fatto. C’è stato quindi un piccolo miglioramento a livello clinico e non ora possiamo far altro che sperare. Se qualcuno ha assistito all’incidente spero che contatti la polizia municipale». A parlare al Tirreno è Cristina, la compagna di Stefano Lenzi, il camionista livornese di 36 anni che attorno alla mezzanotte fra venerdì e sabato scorsi, mentre tornava a casa da una cena di Natale con i colleghi del Consorzio trasportatori portuali riuniti, si è schiantato col suo scooter all’incrocio fra via delle Cateratte e via del Marzocco, rimanendo gravemente ferito.

Il giovane, padre di un bimbo di quattro anni, resta ricoverato in prognosi riservata nel reparto di rianimazione. Ma le buone notizie, oltre all’intervento all’anca perfettamente riuscito, sono l’assenza di lesioni agli organi e alla testa, riparata per fortuna dal casco che ha retto allo spaventoso urto.

Cristina si era appellata alla cittadinanza, chiedendo a chi avesse visto qualcosa di contattare la polizia municipale, che indaga sull’incidente. L’ipotesi, almeno quella iniziale dopo i rilievi, è che Lenzi abbia fatto tutto da solo. Sull’asfalto, infatti, non ci sarebbero segni tali da far pensare alla presenza di un secondo mezzo e nemmeno tracce di frenate. Un sinistro autonomo, insomma, secondo i vigili. Ma l’assenza di telecamere non consente di stabilirlo con assoluta certezza.

Per questo la donna chiede alla municipale di fare tutto il possibile per far venire alla luce la verità e, agli eventuali testimoni, di riferire ciò che hanno visto. «Stefano veniva dal bar Sardelli di via Firenze, quindi dal rettilineo – sottolinea – e da via Enrico Mattei avrebbe dovuto girare in via delle Cateratte, superando il “dare precedenza” e imboccando la curva stretta. Cosa è successo davvero non lo sapremo finché non verrà svegliato, se ricorda qualcosa, circostanza non immediata perché a causa delle tante fratture al momento non è possibile. Se ha fatto tutto da solo, quindi, non si sa. Domani (oggi per chi legge ndr) parleremo con gli agenti locali per capire qualcosa di più, visto che nel fine settimana a causa della chiusura degli uffici non siamo riusciti a farlo. Spero che qualche testimone nel frattempo ci contatti o si rechi al comando per raccontare cosa sia successo e auspico che qualche telecamera della zona abbia registrato gli ultimi istanti prima dell’incidente».

A quell’incrocio, molto pericoloso e in passato già teatro di gravi incidenti, purtroppo non c’è alcun impianto di videosorveglianza. Più avanti, però, ce ne sono altri delle aziende private della zona, che potrebbero risultare utili alle indagini ora in mano agli agenti delle sezioni specializzate della polizia locale, diretta dal comandante Joselito Orlando. «Data la pericolosità di questo tratto di strada – conclude Cristina – credo che sia opportuno posizionarcene qualcuna. Qui le persone viaggiano a velocità sostenuta e spesso non vengono rispettati gli stop e i dare precedenza». 

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